Tempi davvero molto difficili in Italia per dune, paludi e foreste, ma anche per ambienti di acqua dolce, coste e praterie, che fanno parte della rete dei siti protetti Ue legati alla direttiva Habitat: a lanciare l'allarme è l’ultimo rapporto di Bruxelles intitolato ‘State of the Nature’, che rileva un notevole peggioramento della salute di questi habitat fra il 2007 e il 2012 rispetto al periodo precedente, cioè fra il 2001 e il 2006.
Stabili invece fra 2007 e 2013 le inadeguate o cattive condizioni di conservazione per circa la metà delle diverse specie di flora e fauna protetti dalla stessa direttiva, in particolare per pesci e molluschi. I dati italiani nel 2012 contavano 2576 fra siti di importanza comunitaria (Sic) e zone di protezione speciale (Zps), di cui solo 1011, cioè il 43%, risultavano coperti da piani di gestione e misure di conservazione, mentre altri 692 erano in fase di preparazione.
Secondo il rapporto, nel complesso oltre il 60% degli habitat protetti dalla direttiva Habitat nel 2013 non godeva di buona salute, il doppio rispetto al 2007. In particolare, il 90% delle dune risulta in condizioni di conservazione cattive o inadeguate, così come oltre l’80% delle aree paludose e il 79% delle foreste, seguiti da oltre il 60% di ambienti di acqua dolce, aree costiere e praterie. Insomma, tira davvero brutta aria.