A breve, il 22 aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata della Terra. Un evento che dal 1970 si è diffuso dagli Stati Uniti in 192 Paesi. Quest’anno in quella stessa data saranno firmati da 195 Paesi gli accordi presi a Parigi durante la COP21 per fermare il riscaldamento globale.
Durante questa giornata si svolgeranno parecchie iniziative, dalla pulizia di alcune aree verdi a iniziative educative con le scuole, fino agli incontri con personaggi politici. Il tema principale è l’albero e quest’anno Earth Day Network approfitta dell’evento per presentare un nuovo progetto grazie al quale entro il 2020 verranno piantati 7,8 miliardi di alberi, uno per ogni abitante della Terra.
Un’azione simbolica che però diventa aiuto concreto perché gli alberi oltre ad aiutarci a purificare l’aria, tutelano i territori dal dissesto idrogeologico e spesso forniscono acqua potabile. In un momento storico in cui si fa strada la consapevolezza di un taglio netto delle emissioni di CO2, gli alberi ci vengono in aiuto stoccando carbonio e assorbendo polveri sottili e gas inquinanti come il monossido di azoto, l’ammoniaca, il biossido di zolfo e l’ozono.
Le deforestazione ci toglie queste potenzialità e toglie risorse, naturali e alimentari; secondo alcuni studi, sono ben 96 gli alberi che riescono ad assorbire l’anidride carbonica prodotta da un’unica persona durante la propria vita.
Nonostante questo la deforestazione va avanti, a livelli preoccupanti. Secondo gli scienziati del MIT di Boston, ad oggi sono 4 le cause principali che determinano una deforestazione di 3,83 milioni di ettari l’anno:
- allevamento del bestiame, che occupa una superficie di 2,71 milioni di ettari;
- la coltivazione della soia, per un’estensione di 480.000 ettari;
- quella dell’olio di palma, per 270.000 ettari;
- l’industria del legno su 380.000 ettari.
Secondo la FAO questo grave problema contribuisce ad innalzare la quota di gas serra emessi tra il +12% e il +20%.