È nata la prima Consulta nazionale dei distretti del cibo, con l’obiettivo di fare rete, rafforzare la capacità progettuale e di iniziativa dei territori per porre in essere una migliore gestione delle risorse disponibili e governare il processo di rinnovamento del comparto agroalimentare italiano.
La rete è stata presentata al Mipaaf qualche giorno fa e si inserisce in un quadro positivo in quanto nelle linee programmatiche del Mipaaf i contratti di distretto e di filiera sono già riconosciuti strategici per lo sviluppo dell’intero settore ed inoltre nella ripartizione del Fondo Complementare al Pnrr sono stati destinati al Mipaaf 1 miliardo e 203 milioni di euro per i settori agroalimentare, pesca, floricoltura e vivaismo.
Ad oggi sono 20 i Contratti di distretto, valutati ammissibili al finanziamento con progetti immediatamente cantierabili e migliaia di imprese, che hanno voluto scommettere sul futuro ed avviare la transizione verso nuovi sistemi alimentari, sono pronte a partire.
“Attivare subito questi 20 programmi di sviluppo sarebbe un importante segnale di ripartenza immediata del settore agroalimentare che ancora oggi rappresenta uno dei principali motori del Made in Italy – ha affermato il neoeletto presidente della Consulta, il siciliano Angelo Barone – ma è necessario fare sistema ed avere una strategia condivisa per utilizzare al meglio sia le risorse del PNNR che della PAC”.
Il ministro Patuanelli ha subito inserito nella legge di bilancio 120 milioni per i Distretti del cibo; la Consulta ora auspica un ulteriore emendamento per integrare le risorse necessarie per finanziare tutti i progetti ammessi e avviare la prima azione di investimenti coerente con il Pnnr.
La Consulta Nazionale dei Distretti del Cibo sarà il luogo di rappresentanza dei Distretti che operano in ambito rurale e agroalimentare, che interloquisce con le istituzioni a livello locale, nazionale e internazionale e con tutti gli altri soggetti economici e sociali.
Si propone di valorizzare e accreditare l’esperienza dei Distretti anche nella loro funzione di “ente intermedio”, per rafforzare la capacità progettuale e di iniziativa dei territori e per una migliore gestione delle risorse disponibili. Si vuole in questo modo promuovere la crescita sostenibile dei territori coniugando “ecologia ed economia” per ottenere una sostenibilità complessiva: ambientale, sociale ed economica.
La Consulta opera con finalità di interesse pubblico, per promuovere, in accordo con i Distretti associati, lo sviluppo sostenibile dei territori, la coesione e l’inclusione sociale, favorire l’integrazione di attività caratterizzate da prossimità territoriale, garantire la sicurezza alimentare, diminuire l’impatto ambientale delle produzioni, conservare la biodiversità, ridurre lo spreco alimentare, salvaguardare il territorio e il paesaggio rurale attraverso le attività agricole e agroalimentari. “I distretti rurali, come ribadito dal Ministro Patuanelli, sono i custodi e i promotori dei territori perché dotati di una strategia perfettamente allineata al PNRR, capaci di catalizzare risorse utili all’attuazione dei piani di distretto”, le parole di Michele Ruiu, componente del comitato tecnico della consulta nazionale dei distretti del cibo.
Tra i soci fondatori e promotori il Distretto del cibo della Barbagia, il primo nato in Sardegna e rappresentato a Roma dal presidente Efisio Arbau, che ha affermato: “i distretti del cibo rappresentano il mondo rurale. Una comunità diffusa che oggi più che mai risulta cruciale per la transizione ecologica. Essendo quelle persone, borghi, associazioni ed imprese che da sempre si prendono cura dei boschi e del territorio. E che adesso possono rappresentare la base solida per costruire il futuro del nostro pianeta".