Il Decreto sulla distillazione di crisi come risposta al settore vitivinicolo. Un provvedimento condiviso con il settore e con le Regioni attraverso un confronto serrato, cui il ministro Bellanova ha dedicato particolari energie. Il provvedimento è stato appena approvato dalla Conferenza Stato Regioni, che ha così disciplinato l'intesa sul decreto del Mipaaf che attiva, per la campagna 2019/2020, la distillazione di crisi del vino comune, a cui viene assegnata una dotazione di 50 milioni di euro. La misura, inserita nell’ocm vino, è finanziata con fondi comunitari ed ha il duplice obiettivo di ridurre le giacenze di prodotto e contribuire all'approvvigionamento di alcol etilico, da destinare prevalentemente alla produzione di disinfettanti.
"La distillazione di crisi", ha poi evidenziato la Bellanova, "è solo la prima delle diverse misure che abbiamo programmato in favore del settore vitivinicolo per fronteggiare la crisi derivante dalla pandemia da Covid 19 e dal conseguente lockdown imposto dai Governi di tutto il mondo, che hanno bloccato le attività commerciali e turistico-ricettive, causando un incremento delle giacenze di vino e forti preoccupazioni tra gli operatori, soprattutto in vista della nuova vendemmia”.
Quanto mai necessario, pertanto, intervenire su più fronti per alleggerire il mercato ed evitare una sovraproduzione che potrebbe ripercuotersi non solo sull'andamento dei prezzi, ma anche sull'immagine delle produzioni di qualità. Per questo, in accordo con la filiera e le Regioni, è stata messa a punto una strategia complessiva che, oltre alla distillazione, prevede ulteriori importanti interventi, primo tra tutti quello riguardante la riduzione volontaria della produzione di uve destinate a vini di qualità, alla cui attuazione sono stati assegnati 100 milioni di euro attraverso il Decreto legge Rilancio.
Mentre la distillazione di crisi interviene a carico dei vini comuni, la riduzione della produzione è rivolta esclusivamente ai vini di qualità, e i produttori vi potranno aderire volontariamente. Inoltre, sempre nel DL Rilancio, è presente una modifica al cosiddetto testo unico sul vino, che prevede la riduzione della resa massima per ettaro delle uve destinate a vini comuni a 30 tonnellate, rispetto alle attuali 50 tonnellate. Un intervento strutturale che lancia un messaggio chiaro sul percorso qualitativo intrapreso dal settore vitivinicolo italiano, sempre più legato alle produzioni di eccellenza, strettamente connesse con il nostro Made in Italy.