Il tavolo per il Pecorino, convocato ieri, non ha ancora prodotto risultati, anche se ha consentito qualche piccolo passo in avanti. Il governo ha proposto l’impiego di 44 milioni di euro per il ritiro di 67mila quintali di forme di formaggio in eccedenza sul mercato (14 milioni di euro dal Viminale, 10 dal Mipaaft, 10 dalla Regione Sardegna e i restanti 10 dal Banco di Sardegna). L’obiettivo era quello di provvedere all’aumento del prezzo del latte ovino a 70 cent/litro, dagli attuali 60, e alla sua risalita grazie al ritiro del formaggio, fino a un euro entro tre o quattro mesi.
I pastori non hanno per il momento accettato, chiedendo di arrivare subito al prezzo di un euro al litro. Gli industriali, ritenendo l’offerta del governo adeguata, hanno però lamentato che i 44 milioni sarebbero arrivati con i tempi lunghi della burocrazia e spiegato che nel frattempo l'industria avrebbe avuto difficoltà a pagare subito i pastori.
Invitando le parti a ritrovarsi in Sardegna per riprendere la discussione, il ministro Centinaio ha affermato: «Ho invitato i pastori a tornare sul territorio e confrontarsi con i loro colleghi. E ho invitato gli industriali a tornare in azienda per capire fin dove possono arrivare. Partendo da un presupposto: che questo governo ci ha messo la faccia, ci ha messo tanto, anche la disponibilità di ingenti risorse finanziarie».