Sono quasi 61mila in Italia le imprese attive nell’alimentare nel 2014 con 104 miliardi di produzione (di cui quasi 11 miliardi a Milano); un settore che conta 638 imprese in più rispetto al 2013 (+1,1%).
Sicilia in testa per numero di imprese (una su otto in Italia) e 4 province (Palermo, Catania, Messina, Trapani) tra le prime venti in classifica nel settore. La Lombardia, terza per numero di imprese, guadagna il primo posto per numero di addetti (oltre 66mila).
Napoli è la provincia con più imprese (quasi 3.100 e 10.534 addetti), seguita da Roma (2.133 e 13.716 addetti) e Bari (circa 2mila imprese e 11mila addetti).
E’ quanto emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano per il settore alimentare che include le bevande su dati del registro delle imprese al terzo trimestre 2013 e 2014 e su dati Aida.
Un’impresa su dodici nell’industria alimentare italiana è legata alla produzione di paste alimentari e un’impresa su due alla produzione di pane e prodotti freschi di pasticceria. Nell’ultimo anno l’italiano medio è diventato più goloso (+ 22,3% per la produzione di gelati ), ma diminuisce il tempo da passare ai fornelli e si prediligono i cibi pronti (+24,6% per la produzione di pasti e piatti preparati).
Tra le varie specializzazioni delle regioni italiane troviamo la Lombardia prima nella produzione di margarina e di grassi commestibili simili (7 imprese, 46,7% nazionale). La Campania si distingue per la lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (189, 26,7%), per la produzione di cacao, cioccolato, caramelle e confetterie (144, 22,1%) e per l’industria lattiero-casearia (901, 25,2%), l’Emilia Romagna per la produzione di condimenti e spezie (97, 31,9%) e per prodotti a base di carne (556, 28%), la Sicilia per lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi (135, 22,2%). Più imprese di vino arrivano dalla Puglia (302, 16,4%), Sicilia (259, 14,0%) e Piemonte (200, 10,8%).