Legambiente, Wwf, Marevivo, Fai, Pro Natura, Italia Nostra, Arci, con il Coordinamento Nazionale No Triv, lanciano un messaggio forte; evidenziano che ben 10 Regioni hanno depositato in Cassazione 5 quesiti referendari contro le trivellazioni previste dagli articoli dello Sblocca Italia. «Non c’è bisogno di inutili e dannose trivellazioni – dicono le 8 organizzazioni – serve piuttosto urgentemente una diversa strategia energetica che liberi il Paese dalle fonti fossili. È giunto il momento di ascoltare le richieste dei cittadini, come hanno fatto le Regioni depositando i quesiti referendari per l’abrogazione delle norme pro trivelle».
Continuano, le associazioni, «L’Esecutivo non può ignorare il fatto che ben dieci consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) hanno deliberato a favore del referendum anti-trivelle».
Per Legambiente, Wwf, Marevivo, Fai, Pro Natura, Italia Nostra e Arci, “I referendum rappresentano un preciso segnale lanciato al Governo da una rilevante parte del Paese. Nell’attesa che la Cassazione si pronunci sul referendum, continueranno le azioni di mobilitazione e gli impegni concreti per fermare i progetti petroliferi in mare, a cominciare da Ombrina Mare, la piattaforma petrolifera che dovrebbe sorgere a largo della costa abruzzese, di cui si discuterà il 14 ottobre al Mise con una conferenza dei servizi”.
Le associazioni ribadiscono che nel campo energetico è necessaria un’inversione di marcia che miri a promuovere il risparmio energetico e le fonti alternative, anche in vista degli impegni che dovranno essere presi nella Conferenza sul clima che si terrà a Parigi a dicembre.
Gli ambientalisti ora si aspettano che la Regione Abruzzo, dopo aver aderito al referendum no-triv, compia un altro passo politico determinante: «che prema con il Governo e con la Presidenza della Repubblica per l’immediata istituzione del Parco Nazionale della Costa Teatina. Non è più il momento di tergiversare con tecnicismi aleatori o rincorse a soluzioni strumentali, ma di rafforzare e rendere credibile la scelta “no petrolio” di questa regione con una reale alternativa di green economy che dica finalmente “si” al Parco Nazionale della Costa Teatina».
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