Il presidente Trump ha confermato l’uscita degli USA dagli Accordo di Parigi, nel 2020. Il tycoon ha affermato che il documento fosse un “brutto accordo per gli Stati Uniti”, che secondo il capo della Casa Bianca avrebbe previsto la ridistribuzione della ricchezza statunitense verso altri Paesi. Una valutazione politica, prima ancora che ambientale.
Ovviamente gli ambientalisti non ci stanno. E’ intervenuto il WWF, che ha sottolineato l’importanza storica che tale accordo ha assunto e la necessità che gli altri Paesi si sforzino maggiormente per contrastare i cambiamenti climatici: in sostanza, Carter Roberts, presidente WWF, ha rivolto un disperato invito a tornare sui suoi passi a Donald J.
Già, ma ora abbiamo un problema – eredità; sulla vicenda è intervenuta anche Donatella Bianchi, presidente WWF Italia, che ha invitato Cina e Unione Europea a presentarsi su pozioni forti in merito alla lotta ai cambiamenti climatici: “dal vertice tra Cina e Unione Europea nel quale si affronterà anche la questione del cambiamento climatico ci aspettiamo una posizione molto forte e determinata”.
Critico anche Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International: “Uscire dagli accordi di Parigi marginalizzerà gli Stati Uniti. È una decisione moralmente deplorevole, di cui Trump si pentirà. Agire in difesa del clima non è tema di un dibattito politico, ma un imperativo per salvaguardare il Pianeta e chi lo abita”.
Mentre assistiamo ad un cambiamento di portata storica, con Europa, Cina e ed altri Paesi che guidano la rivoluzione energetica, e quasi 200 Paesi si sono impegnati due anni fa a Parigi in difesa del clima, Trump se ne è allontanato.
Mentre la Cina cancella le centrali a carbone, Trump cancella le azioni in difesa del clima: stanno cambiando gli equilibri del mondo. La rivoluzione energetica è destinata a continuare, con i leader del resto del mondo, migliaia di aziende e i cittadini che compiono grandi passi avanti.