Negativo l’andamento dei consumi di frutta e verdura, dopo una breve inversione di tendenza durante il lockdown. I quantitativi acquistati nel corso del 2021 sono stati pari a 5,9 milioni di tonnellate, con un differenziale superiore al -3% rispetto all’anno precedente.
La contrazione si riflette sulla spesa, passata da 12 a 11,8 miliardi di euro, con una variazione del -2%, conseguenza anche di un lieve incremento del prezzo medio, +1%. Il contesto descritto si riferisce all’analisi dei dati, rilevati da Gfk ed elaborati dall’osservatorio di mercato di Cso Italy, rispetto ai consumi di ortofrutta fresca delle famiglie italiane nel 2021.
I volumi di frutta acquistati si sono fermati a poco più di 3 milioni di tonnellate (-4% anno su anno), cifra che si traduce in un ammanco di quasi 112 mila tonnellate. Contrazione del -3% per gli ortaggi, con un totale di circa 2,8 milioni di tonnellate e una variazione rispetto al 2020 di circa 80 mila tonnellate. Il prezzo medio della frutta si è mantenuto in linea con quello del 2020, ovvero ben al di sopra della media del triennio precedente; mentre, nel caso degli ortaggi si evidenzia una crescita del 3%.
Nella Top10 dei frutti più acquistati calano i volumi consumati per ben 8 specie; si salvano solamente angurie e meloni. E ciò vale anche per gli ortaggi: nel confronto con il 2020, nella lista dei più consumati, solo carote e zucchine non seguono una curva discendente. Secondo l’osservatorio, l'acquisto medio di ciascuna famiglia italiana è stato di circa 229 kg, ovvero di quasi 7 kg in meno rispetto ai 12 mesi precedenti. Anche in termini pro-capite l’annualità chiude confermando il calo dei consumi, passati da 102 a 100 kg. In particolare per la frutta si parla di 51 kg di frutta mentre per gli ortaggi di 48 kg.
In contrazione la spesa media per famiglia (-2%), dai 466 del 2020 ai 458 Euro del 2021. In termini pro-capite tale voce è pari a 199 Euro (-1%), di cui 102 Euro riconducibili all’acquisto di frutta e 97 euro di ortaggi. L’andamento dei consumi domestici si riflette in modo generalizzato sui volumi gestiti all’interno dei canali di distribuzione. Vanno meglio i supermercati (+5%), che trascinano la Gdo aumentandone la rilevanza sul totale degli acquisti totali nazionali, con una percentuale passata dal 69% al 72%, accentrando così oltre 4,2 milioni di tonnellate (+1%). Al contrario, come detto, segno meno per tutte le altre fonti di approvvigionamento: ipermercati (-2%), discount (-1%) e piccole superfici. Queste ultime, che avevano beneficiato di aumenti elevatissimi durante i mesi di lockdown perché preferite alle superfici più grandi, nel 2021 perdono il 33%. Flessioni pesanti anche per i canali tradizionali (-15%), i mercati ambulanti (-14%) e i fruttivendoli (-15%).