Secondo il rapporto dell’Istat, nel 2023 la spesa media mensile per consumi delle famiglie è pari a 2.738 euro, in aumento (+4,3%) rispetto al 2022 (2.625 euro), ma in termini reali si riduce dell’1,5% per effetto dell’inflazione (+5,9% la variazione su base annua dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo).
Il dato tendenziale è confermato dal fatto che la spesa equivalente diminuisce in termini reali per tutte le famiglie, e quasi nella stessa misura per le famiglie meno abbienti (-1,6%) e per quelle più abbienti (-1,7%). Calcolati in leggera flessione i divari territoriali: la differenza relativa tra la spesa massima del Nord-ovest e quella minima del Sud scende dal 36,9% del 2022 al 35,2% del 2023.
Il forte aumento dei prezzi è stato contrastato dalle famiglie risparmiando meno o attingendo ai risparmi, ma anche modificando le proprie abitudini di consumo. La propensione al risparmio delle famiglie è stata, infatti, del 6,3%, in calo rispetto al 2022 (7,8%) e molto al di sotto del livello pre-Covid (8,0% nel 2019).
Anche nel 2023 le famiglie hanno modificato le proprie scelte di acquisto, in particolare nel comparto alimentare: il 31,5% delle famiglie intervistate nel 2023 dichiara, infatti, di aver provato a limitare, rispetto a un anno prima, la quantità e/o la qualità del cibo acquistato (erano il 29,5% nel 2022).
Nel 2023, a fronte di un forte incremento dei prezzi di alimentari e bevande analcoliche (+10,2% la variazione su base annua dell’Ipca), le spese delle famiglie per l’acquisto di questi prodotti sono cresciute del 9,2% rispetto all’anno precedente (526 euro mensili, pari al 19,2% della spesa totale), con punte dell’11,2% nel Nord-est e del 10,7% nel Centro.
Gli aumenti, tutti statisticamente significativi, hanno interessato tutte le classi di spesa della divisione alimentare, ma sono stati particolarmente elevati per le spese destinate a cibi pronti e altri prodotti alimentari pronti non altrove classificati (+15,5%, 34 euro mensili), oli e grassi (+12,9%, 17 euro), ortaggi, tuberi e legumi (+12,2%, 69 euro), latte, altri prodotti lattiero-caseari e uova (+11,9%, 65 euro), zucchero, prodotti dolciari e dessert (+9,6%, 23 euro), cereali e prodotti a base di cereali (+9,3%, 83 euro). Per la carne, che da sola rappresenta il 21,0% della spesa alimentare, l’aumento è stato del 6,7% (111 euro mensili nel 2023).
Nel 2023 le famiglie sembrano essersi ormai rassegnate alle sfide dell’inflazione, in particolare per i beni alimentari: così, aumenta la quota di chi dichiara di aver limitato in quantità e/o qualità, rispetto ad un anno prima, la spesa per cibi (dal 29,5% al 31,5%) e bevande (dal 33,3% al 35,0%).