Il rapporto mensile pubblicato da Terna e relativo a gennaio 2017 evidenzia un aumento del 4,9% nella domanda di elettricità in Italia rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno. Si è arrivati a un totale pari a 27,9 miliardi di kWh: nel dettaglio +4,5% al nord, +4,7% al centro e +5,7% al sud.
Il picco nei consumi elettrici è stato registrato nella giornata di mercoledì 11 gennaio alle ore 11:00, con 54.512 MW (+2,8% rispetto alla punta del gennaio 2016). Il trend è stato innescato dall’intenso freddo che ha preso di mira quasi per intero il Paese, costringendo le utenze a tenere accesi più di quanto previsto gli impianti di riscaldamento, in modo da combattere la morsa del gelo.
Un altro dato interessante che emerge dal “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico” riguarda il fatto che il 95,4% della domanda è stato soddisfatta con energia elettrica di produzione nazionale, mentre solo il 4,6% è frutto di uno scambio operato con l’estero. Ciò è dovuto in primis allo stop dei reattori nucleari nelle centrali francesi, compensato da un significativo +21,1% (sempre su base annua) del termoelettrico.
Le rinnovabili hanno coperto, tutte insieme, il 28,5% della quota, contribuendo a soddisfare il 27,50% della domanda.
In borsa è stato rilevato un aumento del prezzo medio di acquisto dell’energia (se confrontato con il gennaio 2016), arrivato a toccare i 72,24 euro/MWh, un valore mai raggiunto dall’ormai lontano autunno 2012: al nord e al centro nord il rincaro medio si è attestato sui 29,50 euro/MWh, mentre nelle altre aree del territorio si è fermato a 16,70 euro.