Le vendite alimentari hanno perso la spinta che avevano acquisito dal lockdown, per tornare in perdita e con una tendenza peggiore di quella degli ultimi anni, anche per la crescita dei discount. Sono i dati sulle vendite di luglio diffusi dall'Istat.
Nel confronto tra i primi 7 mesi dell’anno con lo stesso periodo del 2019, le vendite alimentari sono in crescita del +3,3% in valore e del +1,5% in volume e se sul semestre i trend sono stati rispettivamente pari al +4,1% e al +2,3%, da luglio sono in negativo, sia in valore che in volume. La GDO alimentare registra tendenziali del +4,4% se guardiamo al confronto sui 7 mesi 2020/19, ma i dati peggiorano fino al -0,6% nel confronto luglio 2020/19.
Così, dopo export e horeca, a cui l'emergenza Covid ha assestato un duro colpo, anche le vendite alimentari stanno andando giù, con la sola eccezione dei discount, che evidenziano crescite in valore del +2,7% nel tendenziale di luglio e del +6,6% in quello dei primi 7 mesi.
E’ chiaro che c’è una tendenza consolidata al risparmio. La produzione del primo semestre degli alimenti a basso costo è cresciuta a doppia cifra e questo non è casuale: un “ammortizzatore di spesa” come per esempio la pasta sta funzionando alla grande anche sui principali mercati europei e negli stessi USA. La crescita esponenziale di prodotti come questo annuncia, inevitabilmente, una perdita in valore anche nel carrello della spesa che si va a sommare a quella provocata dalla crisi dell'export e dell'horeca.