Alla fine giustizia è fatta. La sentenza del Tar Lazio del 5 marzo scorso è stata in queste ore sospesa dal Consiglio di Stato. Il Caa Copagri potrà dunque continuare a svolgere la sua funzione a servizio dei produttori agricoli italiani, tra l’altro alla vigilia di un appuntamento importante per il settore, come la prossime scadenze comunitarie, quella per la presentazione della domanda unica 2018 e quella relativa alla misura a superficie dei Psr 2018 (15 maggio).
Il Sian e l’Agea devono ora riabilitare gli sportelli del Caa Copagri che erano stati immediatamente chiusi dopo la sentenza del Tar Lazio, con determina di Agea dello scorso 16 marzo.
La sospensiva prende atto del fatto che, per effetto della appellata sentenza, sono state interrotte, a carico della Copagri, tutte le attività operative presso le oltre duecento sedi ad essa riferibili, mediante la disabilitazione dei canali digitali, incluso il Sian che costituisce il metodo di collegamento esclusivo per la raccolta delle informazioni relativa ai circa 97.000 produttori agricoli assistiti dalla stessa appellante.
Già la fattispecie è strana, in quanto la confederazione Copagri (o quello che ne rimane) risulta costituita in giudizio ad opponendum. Ed appare chiaro che la revoca delle utenze con effetto immediato costituisce un indubbio danno grave e irreparabile per l’appellante, il Caa Copagri srl presieduto da Mario Serpillo, e di conseguenza sarà poi importante valutare quali effetti si potrebbero produrre sulla continuità dei flussi informativi aziende agricole – Pubblica amministrazione, rientrando essi nell’esame comparativo tra i diversi interessi, privato e pubblico, in gioco. Una vicenda che non aiuta l’agricoltura italiana, una vicenda che ha visto la Confederazione schierarsi contro il permanere in vita di una sua struttura.
I magistrati del Consiglio di Stato motivano la decisione di sospendere l’esecutività della sentenza del Tar Lazio, riconoscendo come la complessità della vicenda è stata aggravata da produzioni documentali definite “confuse” e tali da imporre al primo giudice una ricostruzione complessiva non facilmente desumibile da affermazioni e documenti in atti.
In conclusione, i Magistrati del Consiglio di Stato ritengono che emerga con evidente chiarezza l’esistenza di un diritto che giustifica ampiamente la sospensione immediata della revoca del riconoscimento al Caa Copagri. Con buona pace della Confederazione.