Online da qualche giorno i Rapporti annuali sulle comunità migranti in Italia, curati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione con la collaborazione di ANPAL Servizi SPA. Lo studio fotografa la situazione esistente al 31.12.2018 e restituisce la rappresentazione dell'Italia di oggi, sempre più Paese multietnico.
I Rapporti, elaborando statistiche provenienti da diverse fonti, illustrano le caratteristiche e i processi di integrazione di ciascuna delle maggiori 16 comunità. Vediamo dunque quali sono i gruppi maggiormente presenti nel nostro Paese; albanese, bangladese, cinese, ecuadoriana, egiziana, filippina, indiana, marocchina, moldava, nigeriana, pakistana, peruviana,
senegalese, srilankese, tunisina e ucraina.
I rapporti contengono approfondimenti relativi alla partecipazione al mercato del lavoro, all'imprenditoria, e all'accesso al welfare nonché un focus sull' inclusione finanziaria e sulle rimesse verso i Paesi di origine, e partono ovviamente dall’analisi degli aspetti socio-demografici e delle modalità di soggiorno, con particolare attenzione a nuove generazioni e acquisizioni di cittadinanza,
Qualche dato ufficiale; risulta che al 1° gennaio 2019 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti in Italia sono 3.717.406 (+2.472 unità rispetto all'anno precedente), provenienti principalmente da Marocco, Albania, Cina e Ucraina, che coprono il 38% delle presenze. L'incidenza dei minori è pari al 21,7%.
Quanti sono qui per lavoro? I permessi per motivi di lavoro rappresentano il 6% dei nuovi titoli. Cresce ancora la quota di titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo sul totale dei regolarmente soggiornanti (62,3%). E crescono anche gli italiani, sono 103.478 i cittadini di origine non comunitaria diventati italiani nel corso del 2018, provenienti principalmente da Albania (21.841), Marocco (15.496), Brasile (10.660) e India (5.425).
Il 7,4% della forza lavoro è di cittadinanza non comunitaria. Nel 2018 il tasso di occupazione della popolazione proveniente da Paesi Terzi in Italia è pari al 60,1%, a fronte del 58,2% registrato tra gli italiani.
La componente femminile della popolazione è inserita nel mondo del lavoro, ma con parecchie differenze. Il tasso di disoccupazione medio femminile per i cittadini non comunitari è pari al 17,1%, mentre l'indicatore tocca il valore più basso nelle comunità filippina e cinese (rispettivamente 3,1% e 4,7%), e risulta elevatissimo per le donne tunisine (51,4%) e senegalesi (40,2%).
Il 79% delle imprese a conduzione straniera è guidato da cittadini non comunitari. Crescono in particolare le imprese individuali guidate da cittadini non comunitari in Italia che al 31/12/2018 sono 379.160, un numero in crescita dell'1,4% rispetto all'anno precedente. Le comunità più rappresentate tra gli imprenditori individuali extra UE sono la marocchina (17,7%), la cinese (14%), l'albanese (8,5%) e la bangladese (8,2%).
Flussi finanziari; fra il 2017 e il 2018 le rimesse dall'Italia verso il resto del mondo sono cresciute del 14%, raggiungendo i 5,8 miliardi di Euro. Nei primi cinque paesi di destinazione delle rimesse in uscita dall'Italia ci sono quattro paesi asiatici: il Bangladesh, primo paese di destinazione (12,1%), le Filippine, al terzo posto, con il 7,6% dei volumi, il Pakistan (6,1%) e l'India (5,6%).
I Rapporti integrali sulle comunità migranti in Italia e le relative sintesi sono pubblicati, in versione integrale e in sintesi, anche sul Portale integrazione migranti e sul sito di ANPAL Servizi SPA.