Al rialzo le quotazioni delle arachidi sui mercati internazionali. Lo conferma l’analisi settimanale di Aretè, secondo cui, la varietà Runners 40/50 CIF NW Europa, dopo il marcato calo registrato ad agosto (-18%), da fine settembre è rimbalzata del 3%. In un contesto di stock limitati il mercato riceve supporto dall’incertezza relativa al nuovo raccolto 2024/2025, a causa dell’impatto prima dell’uragano Helene e poi Milton.
Le condizioni climatiche avverse, oltre ad aver rallentato le operazioni di raccolta – al 30%, rispetto a una media quinquennale del 41% -, avrebbero danneggiato le rese. L’USDA, cioè il dipartimento dell’Agricoltura statunitense, già nell’ultimo Wasde (World agricultural supply and demand estimates) di ottobre, ha rivisto a ribasso la produzione 2024/2025 da 3,04 milioni di tonnellate a 2,9 milioni di tonnellate, “sulla scia di una correzione a ribasso delle rese del 4% rispetto alle proiezioni precedenti“. Sebbene la produzione risulti ancora superiore del 10% rispetto alla campagna 23/24, secondo gli esperti “non sono da escludere ulteriori revisioni a ribasso alla luce dei possibili impatti del recente uragano Milton, non ancora quantificati“.
Come va il Pomodoro?
Dopo mesi di sospensione, a seguito delle stime post-raccolta, le quotazioni dei principali derivati del pomodoro da industria alla Camera di Commercio di Parma hanno registrato dei cali moderati: la passata segna un -3,9%, -2,1% il doppio concentrato, mentre la polpa mostra variazioni tra il -0,7% e il -3,1%. Secondo Areté, queste contrazioni sono state “favorite da una riduzione dei costi produttivi, soprattutto all’inizio della campagna, con il calo del prezzo della bacca e degli imballaggi“.
A causa di un clima avverso, soprattutto in Nord Italia ma con situazioni problematiche anche nelle regioni meridionali, sottolinea l’istituto, “la produzione italiana di pomodoro da industria ha subito un calo di circa il 3% nel 2024 rispetto al 2023, a dispetto delle iniziali aspettative di incremento produttivo“.
A livello globale, invece, l’offerta è in aumento, “grazie a una espansione del 30% della produzione cinese, che già da alcuni mesi pesa sull’andamento dei prezzi del concentrato, e incrementi in Spagna e Portogallo, che sono alla base dell’aumento della produzione europea da 10,5 a 11 milioni di tonnellate“.