Qui da noi il fenomeno, per il momento, è stato di più bassa intensità rispetto al recente passato. Ma non è così per un paese che quasi non conosceva l'emergenza, la Svezia. "La prima causa dei terribili incendi è il cambiamento climatico che ha portato l'estate più calda di sempre nella penisola scandinava". Sono le parole nette di Maria Cristina d'Orlando, presidente del PEFC Italia, l'ente internazionale che certifica lo sfruttamento sostenibile delle foreste.
"La Svezia non è un Paese abituato ad affrontare emergenze di questo tipo – ha spiegato la d'Orlando -: il clima è normalmente freddo e umido, soprattutto nelle zone più a nord, oltretutto meno antropizzate. Proprio per questo l'emergenza è grave: il caldo e la siccità arrivano anche in Paesi con climi diversi e normalmente non colpiti dagli incendi forestali e con una gestione forestale attenta e attiva". Un segno inconfutabile di ciò che si dice da anni, sul climate change in corso.
Di fronte ad eventi eccezionali come questo, rafforzati e resi più frequenti dai cambiamenti climatici, la normale attività di gestione e prevenzione non è in grado di evitare incendi anche gravi. “La cooperazione, sia per l'emergenza (anche l'Italia ha inviato aiuti) che per la mitigazione (e l'adattamento) al cambiamento climatico comunque già in atto, è necessaria".
"Nel nostro Paese, più esposto al rischio anche se in questo momento non in emergenza, sono necessari monitoraggio, dotazione infrastrutturale di base e il contrasto all'abbandono colturale – conclude la presidente del PEFC Italia -: la certificazione forestale contribuisce a individuare i rischi e ad agire correttamente, in Italia e in Svezia".