Nonostante la siccità, il 2017 è stato un anno tendenzialmente favorevole per i cereali in quasi tutti i principali areali. Quasi perché in alcune province i raccolti sono stati molto scarsi in quantità e con qualche problema merceologico. oggi è già possibile avere un’idea della tendenza di massima.
Frumento tenero
Dal punto di vista delle rese, per i frumenti teneri quest’annata è stata positiva per merito di due fattori: l’eccellente approfondimento delle radici unito a una pressione decisamente bassa delle principali malattie fungine hanno determinato risultati produttivi buoni e ottimi, ovviamente con alcuni distinguo. Negli areali più vocati del Nord Italia le rese hanno mediamente superato i 75 q/ha, con punte di 85-90 in alcune province emiliane.
Buone le rese anche in Umbria (60-65 q/ha) e nella maggior parte del Lazio, sebbene molte aziende siano ancora in trebbiatura al momento. Il litorale toscano, al contrario, segnala rese decisamente inferiori (30-35 q/ha in media). La qualità è altrettanto soddisfacente, di media ci si attende un mezzo punto percentuale di proteina superiore alla media e 1-2 punti di peso ettolitrico in più.
Le varietà panificabili e panificabili superiori sono andate bene, ma dal punto di vista tecnologico va segnalato, in diverse zone, un calo anche consistente del W, il valore che identifica la forza del frumento. Le varietà tipiche di forza, in alcuni areali del Veneto, in provincia di Brescia e Mantova e soprattutto nei terreni pesanti non hanno dato i risultati sperati.
Frumento duro
Per i frumenti duri raccolti al Centro-Sud si osserva mediamente un calo della resa rispetto alla scorsa annata (34,2 q/ha nel 2017 contro i 39,6 del 2016), mentre il peso ettolitrico, con una media di oltre 83 kg/hL, è decisamente superiore. Il contenuto proteico medio si aggira attorno al 12%, ma i dati previsti dalle produzioni delle regioni centro-settentrionali alzeranno con tutta probabilità questa percentuale.
Mais
Le superfici a mais seminate quest’anno dovrebbero essere sostanzialmente stabili rispetto a quelle dello scorso anno, circa 940.000 ettari tra granella e insilato. La situazione in campo è molto diversificata, in alcune zone, soprattutto quelle irrigue a Nord del Po: il mais ha uno sviluppo tendenzialmente normale per quest’epoca, in altri areali invece si vedono appezzamenti decisamente bassi e stentati.
Da adesso fino al periodo di raccolta è importante irrigare per evitare gli stress idrici.
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