Non solo l‘uomo è messo a dura prova dall’innalzamento delle temperature. Caprioli, gazze ladre e passeri cantori potrebbero essere addirittura spazzati via dai cambiamenti climatici: sono fra le specie più minacciate perché non riescono ad adattarsi rapidamente all'aumento delle temperature. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Communications da un gruppo internazionale di 64 ricercatori guidato da Viktoriia Radchuk, Alexandre Courtiol e Stephanie Kramer-Schadt, dell'Istituto tedesco Leibniz, specializzato nella ricerca sugli zoo e la fauna selvatica.
I cambiamenti climatici possono minacciare le specie e la loro estinzione può influire sulla salute dell'ecosistema. È quindi di vitale importanza valutare in che misura gli animali possono rispondere alle mutevoli condizioni ambientali, ad esempio modificando i tempi di riproduzione, letargo e migrazione, e se questi cambiamenti consentano alle popolazioni di sopravvivere nel lungo periodo. Per rispondere a queste domande i ricercatori hanno esaminato gli studi relativi a 17 specie, soprattutto di uccelli.
I risultati ci dicono che il riscaldamento globale non ha influenzato i tratti morfologici di queste specie, come dimensioni e massa corporea, ma eventi biologici come riproduzione e migrazione, che avvengono in anticipo rispetto al passato. Ma tali cambiamenti stanno avvenendo troppo lentamente e questo potrebbe essere una minaccia per la persistenza delle specie. Le popolazioni più a rischio sono quelle dei caprioli europei, passeri cantori, cinciallegre e gazze ladre. Il prossimo passo sarà estendere l'analisi anche ad altre specie per mettere a punto modelli di previsione.