Si comincia a delineare il “sistema Montalcino". L’assemblea del Consorzio del Brunello ha deliberato la creazione della “Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino”, che sorgerà sul modello di quelle bancarie.
La Fondazione nasce per sostenere finanziariamente progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti: turismo e recupero e restauro di beni artistici e culturali, ma anche nel campo del sociale e dell’integrazione.
La Fondazione, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni. Il CdA sarà composto da sette consiglieri di cui 5 indicati dal Consorzio ed uno dal Sindaco di Montalcino, egli stesso membro del CdA, scelto tra le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale. La scelta di inserire il Sindaco di Montalcino nel board – in veste istituzionale – vuole essere un contributo alla migliore comprensione di quali siano ambiti e progetti che necessitano di maggiore intervento.
Le risorse da destinare al territorio verranno dal contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a “fascetta”, che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere un budget iniziale di 150-200.000 euro all’anno. I contributi saranno distribuiti puntando su progetti e idee concrete e ben delineate. Obiettivo è sostenere la crescita del sistema economico e sociale di Montalcino.
L’iniziativa evidenzia il nuovo ruolo dei consorzi che da ente di tutela stanno diventando attori insostituibili della crescita e promozione dei territori. Un’esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali).
Ma che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, potrebbe aprire una strada virtuosa anche per altre importanti denominazioni del vino italiano che, in qualche modo, diventano “banche” per i loro territori. E’ un modello innovativo perché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere.
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