Nel corso del 2023 il mercato interno dei prodotti biologici ha infine raggiunto i 3,88 miliardi di euro, con un incremento del +5,2% in valore sull’anno precedente, consolidando in tal modo la crescita avviata nel 2022 con un +0,5% rispetto al 2021.
L’aumento in valore del comparto biologico si ferma a livelli inferiori rispetto a quello del totale del paniere agroalimentare (+8,1%). Osservando la dinamica in volume, il bio evidenzia una variazione positiva del +0,2% mentre l’agroalimentare nel complesso registra una frenata del carrello (-1,1%). La minor crescita è riconducibile ad un aumento dei prezzi delle referenze bio più contenuto rispetto a quello segnalato per le omologhe convenzionali.
Lo scontrino della spesa per il bio sottolinea l’aumento in valore per tutti i comparti alimentari, ad eccezione delle categorie merceologiche delle carni e dei salumi, che mostrano un calo rispettivamente del -9,5% e del -11,4% sul 2022. Tra gli andamenti positivi, spiccano gli incrementi significativi per olii e grassi vegetali (+20,4%), bevande analcoliche (+12,6%) e prodotti lattiero-caseari (+10,6%), trainati dalla dinamica inflativa. Il valore del venduto della spesa biologica continua a concentrarsi nell’ortofrutta per il 43,5%.
Permane decisiva per il settore la distribuzione moderna, canale preferito dalle famiglie italiane per gli acquisti di referenze bio, attraverso la quale viene veicolato il 64,6% della spesa domestica biologica. Anche il discount registra una performance positiva superando il 14% di rappresentatività e guadagnando terreno sui negozi tradizionali che, invece, continuano a perdere quote di mercato scendendo al 21,3% rispetto al 22,9% del 2022.
Ma l’aumento in valore degli acquisti dei prodotti biologici non eguaglia quello dell’agroalimentare. Conseguentemente, nel 2023 come nei 12 mesi precedenti, si verifica un’ulteriore flessione della quota di biologico sul valore totale dell’agroalimentare italiano, che scende al 3,5%.