La legge sul biologico approvata quasi all’unanimità dalla Camera è ferma da oltre un anno al Senato. E adesso rischia, per via della situazione creata dal coronavirus, anche di venire stravolta. Numerosi emendamenti la equiparano ad altre forme di agricoltura “sostenibile” prive di qualsiasi riferimento normativo e di fatto incompatibili con una legge che riguarda invece un metodo di produzione già regolamentato dall’Unione Europea.
Se venissero accolti gli emendamenti al testo della Camera, anche queste forme di agricoltura senza precise norme di riferimento potrebbero accedere alle risorse per lo sviluppo e la ricerca relative al Fondo previsto nella legge sul bio.
Finirebbe, inoltre, con l’essere eliminato il riconoscimento del biologico quale attività di importanza strategica per l’agricoltura italiana e per la tutela dell’ambiente insieme all’obiettivo dell’incremento delle superfici condotte con questo metodo, che rappresenta un’importante opportunità per l’agricoltura nel nostro Paese.
Per tali ragioni le associazioni che riuniscono il mondo del biologico, hanno inviato una lettera ai capigruppo dei partiti di governo, con la denuncia del tentativo di depotenziare il testo approvato alla Camera e la richiesta di un incontro urgente, che si è tenuto ieri e che autorizza un sia pur moderato, ottimismo.
Del resto, non si può invocare un produttivo impegno per il clima e per la salvaguardia dell’ambiente senza poi promuovere nei fatti le iniziative a sostegno di questi obiettivi. La nuova Commissione Ue ha lanciato il Green New Deal e sta adeguando anche le politiche di settore a obiettivi ambiziosi che prevedono finalmente indicatori precisi di crescita per il settore biologico certificato, ad oggi il modello di agricoltura sostenibile più avanzato, normato e promosso a livello europeo» concludono le associazioni nella lettera indirizzata alle forze di maggioranza.