Il virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) continua a mietere vittime tra gli uccelli marini in Europa, causando un’elevata mortalità, mentre la situazione generale nel pollame si è stabilizzata. Il rischio per la popolazione rimane basso, secondo l’ultima relazione sull’influenza aviaria dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dell’Eurl, il laboratorio di riferimento dell’Ue. Tutte organizzazioni, la prima in particolare, che tuttavia suggeriscono caldamente di tenere alta la guardia e non abbassare la sorveglianza.
Tra maggio e giugno l’Hpai ha colpito un’ampia gamma di specie di uccelli selvatici, dalle zone più settentrionali della Norvegia fino alle coste del Mediterraneo. Gli uccelli marini sono stati trovati morti anche nell’entroterra e non solo lungo le coste. Per questo l’Efsa raccomanda una sorveglianza attiva della malattia negli uccelli selvatici, soprattutto quelli acquatici.
La maggior parte dei mammiferi selvatici colpiti dall’influenza aviaria sono carnivori che cacciano uccelli selvatici, si nutrono di uccelli selvatici morti o di entrambi. Non caso, 24 gatti domestici e un caracal in cattività (la lince del deserto) sono risultati positivi all’Hpai in Polonia: alcuni di loro hanno sviluppato gravi segni clinici che hanno portato alla morte.
La fonte dell’infezione rimane incerta, poiché finora non è stata dimostrata la trasmissione da gatto a gatto o da gatto a uomo. La presenza di anticorpi è stata rilevata in cinque cani e un gatto senza segni clinici in un allevamento italiano colpito da un focolaio di Hpai nel pollame.
L’Efsa raccomanda di aumentare la sorveglianza sul virus Hpai “nei carnivori domestici selvatici e liberi nelle aree ad alto rischio e di evitare l’esposizione degli animali domestici carnivori ad animali morti o malati (mammiferi e uccelli)”.
L’altro ente, l’Ecdc ha valutato che il rischio di infezione da virus Hpai in Europa “rimane basso per la popolazione generale, e da basso a moderato per le persone esposte per lavoro o in altro modo a uccelli o mammiferi infetti (selvatici o domestici)”. Anche in questo caso, per ridurre ulteriormente il rischio di infezione, gli esperti raccomandano di sensibilizzare la popolazione a evitare l’esposizione a uccelli o mammiferi marini morti o malati.