Prende il via nella base italo-francese Concordia, a 3.300 metri di altitudine nel continente antartico, la 18a campagna invernale del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e Ricerca e gestito da ENEA per la parte di attuazione logistica e dal Cnr per il coordinamento scientifico. “In genere l’avvio della stagione invernale sul plateau antartico coincide con la chiusura della spedizione estiva; quest’anno per la prima volta le attività di ricerca proseguiranno invece fino a fine marzo nel Mare di Ross a bordo della rompighiaccio Laura Bassi”, commenta il capo spedizione Alberto della Rovere dell’ENEA, che sta coordinando le attività di chiusura della stazione Mario Zucchelli, da dove gli ultimi ricercatori e tecnici raggiungeranno la base statunitense di McMurdo, prima di proseguire per la Nuova Zelanda e poi per l’Italia.
La nave Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), unica imbarcazione italiana in grado di operare in mari polari, è attualmente in viaggio verso la Nuova Zelanda per le operazioni di scarico e riprenderà subito il largo verso le acque polari per la terza e ultima rotazione in Antartide, durante la quale è pianificata una campagna oceanografica prevalentemente dedicata a progetti di geofisica[1].
Mentre sulla costa di Baia Terra Nova chiude la stazione Zucchelli, che riaprirà poi a ottobre con l’arrivo del contingente della nuova campagna estiva, nella base Concordia si preparano a trascorrere nove mesi in completo isolamento 13 invernanti (winterover), di cui 6 italiani del PNRA, 6 francesi dell’Istituto polare Paul Emile Victor (IPEV) e 1 medico svedese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Durante tutto l’inverno polare la stazione non sarà raggiungibile a causa delle temperature esterne proibitive, che possono scendere fino a toccare i -80°C. Anche durante questo periodo continueranno le attività di ricerca e manutenzione, fino a quando il gruppo della successiva campagna estiva arriverà a novembre per l’avvicendamento. In questi nove mesi saranno condotti studi su clima, glaciologia, fisica e chimica dell’atmosfera e biomedicina.
Nel corso dell’attuale 37a campagna estiva sono stati condotti oltre 50 progetti di ricerca su temi quali le scienze della vita, della terra, dell’atmosfera e dello spazio. I dati raccolti in Antartide saranno elaborati nei prossimi mesi presso i laboratori italiani che hanno preso parte ai progetti.
Hanno partecipato alla spedizione 220 ricercatori e tecnici, tra cui 18 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica, Arma dei Carabinieri e Vigili del fuoco.
Tutti i partecipanti alla spedizione estiva sono stati scelti tra personale veterano poiché, a causa della pandemia, non è stato possibile svolgere i consueti corsi di formazione per il personale neofita, fatta eccezione per i winterover di Concordia che hanno completato la formazione antincendio e sulla gestione del rischio outdoor e indoor al momento dell’arrivo alla base.
L’Italia, adottando rigorosamente il protocollo sanitario messo a punto lo scorso anno dal Consiglio dei direttori dei programmi nazionali antartici (COMNAP), è riuscita a scongiurare la diffusione del COVID presso le proprie basi.
Il trasporto del personale e dei materiali tra Christchurch (Nuova Zelanda) e la base italiana Mario Zucchelli è stato realizzato con 9 voli intercontinentali operati con il C-130J della 46^ Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana (AMI) e uno con l’Airbus-A319 dell’Australian Antarctic Division. Anche la nave Laura Bassi, durante due delle tre rotazioni programmate tra la Nuova Zelanda e la stazione Mario Zucchelli, è stata impiegata per trasferire il personale e il materiale in arrivo e in partenza dall’Antartide.
Durante la 37a campagna estiva è stato inoltre completato l’allestimento del campo remoto a Little Dome C, a 35 km dalla stazione Concordia, e sono iniziate le attività di perforazione del ghiaccio per il progetto “Beyond Epica Oldest Ice”, che andrà alla ricerca del ghiaccio più antico della Terra, prelevato fino a una profondità di 2.700 metri, per ricostruire le variazioni del clima degli ultimi 1,5 milioni di anni.
“Quella di quest’anno è stata una campagna quasi regolare sia per il numero di persone coinvolte, che per le attività logistiche e scientifiche svolte, nonostante il perdurare dell’emergenza legata alla pandemia da COVID-19 e tutte le cautele messe in atto per prevenire la diffusione del virus nel continente antartico”, commenta Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide dell’ENEA. “Tra le situazioni più impegnative che abbiamo dovuto gestire nel corso della spedizione, l’assistenza fornita a un marinaio russo feritosi accidentalmente a bordo di un peschereccio battente bandiera del Regno Unito nel Mare di Ross. Assistenza che è valsa il ringraziamento ufficiale del governo di Londra a tutto il personale del PNRA che ha curato le operazioni di trasferimento del ferito in elicottero presso la base Mario Zucchelli, il primo soccorso sanitario e gli accertamenti medici, tra cui la stabilizzazione della ferita e i tamponi molecolari, nel pieno rispetto del protocollo anti-Covid”, conclude Elena Campana.