L'infezione da Escherichia Coli continua a sollevare un polverone di notizie confuse, smentite e controsmentite. Come già avevamo detto su questo sito, la vicenda è una cartina di tornasole delle incertezze e delle contraddizioni che in generale rendono debole il controllo e la trasparenza sulla sanità dei cibi.
Innanzitutto, sulla causa dell'infezione c'è ancora confusione: quando sono stati accusati i germogli di soia (dopo una falsa partenza che ha causato seri danni all'agricoltura spagnola, perchè erano stati incriminati i cetrioli importati da quella nazione) si è detto "per forza, colpa dell'agricoltura biologica, contaminano tutto con il letame".
Un'assurdità : l'Escherichia Coli è certamente un batterio naturalmente presente nell'intestino dell'uomo e degli animali, che solo in circostanze eccezionali muta in ceppi aggressivi, ma appunto per questo l'idea che il letame infetti le verdure contraddice il buon senso e qualche millennio di storia dell'agricoltura. L'azienda tedesca incriminata si sta difendendo disperatamente, spiegando che i suoi germogli sono coltivati in acqua, con un metodo che non prevede concimi. Il ministero della sanità tedesco, agitando una mappa di contaminazioni le cui linee covnergono sull'azienda, insiste nell'accusa, perchè il batterio sarebbe favorito dall'acqua tiepida in cui i germogli sarebbero immersi. Acqua tiepida ? Mah. Intanto nuovi casi sono avvenuti in Francia, e lì si sta dando la colpa a carne infetta. Anche qui, tutto è poco chiaro. Le ultime notizie, di fonte di prestigiosi istituti di ricerca, soprattutto tedeschi, individuano una storia di contaminazione che arriverebbe a fieno esportato… tra il 2009 e il 2010 (mah) da un'azienda greca, ma di origine egiziana. Tutto, insomma, sembra oscuro e vago.
Anche sul versante strettamente sanitario, ci sono poche certezze: come detto sopra, l'Escherichia Coli è un batterio comunissimo normalmente presente nell'organismo umano. Il ceppo assassino, che produce tossine e si aggrega alle pareti dell'intestino, rarissimo e poco conosciuto alla scienza: sappiamo solo che appare di tanto in tanto, e che sembra resistente agli antibiotici. Tra le ipotesi più inquietanti, che si sia è sviluppato in allevamenti dove gli animali sono sottoposti a trattamenti di antibiotici dissennati, al punto che l'Escherichia Coli avrebbe sviluppato un'immunità per sopravvivere, secondo le leggi dellas elezione naturale. Ancora più fosca l'ipotesi che il ceppo sia sfuggito da un laboratorio: sa di leggenda fantascientifica, ma ci sono molti autorevoli scienziati che sono preoccupati, e lo dicono ad alta voce, del fatto che ll "Coli" sia anche il più comune batterio da esperimenti; giocare con un batterio che per sua natura abita con l'uomo, dicono questi ricercatori, è imprudente, perciò se si creano per caso ceppi pericolosi in laboratorio, poi bisogna essere davvero molto attenti che non escano dalle provette.
In conclusione, molta incertezza, troppe voci non controllate, troppe notizie inesatte: il sistema, messo alla prova, ha mostrato i suoi limiti, e questo va sul conto di molte, troppe, autorità di controllo. Intanto, la Copagri, alla vigilia della sua Conferenza Economica a Matera (6-7 luglio) ha annunciato iniziative di informazione a sostegno dei produttori di ortaggi danneggiati dalla psicosi del "batterio killer".