Con l’entrata in vigore, il 4 novembre, del nuovo Accordo globale sul Clima registrato alla COp21 di Parigi è stato segnato un momento storico della lotta per regolare le emissioni di gas ad effetto serra. L’Accordo di Parigi rappresenta la nuova “piattaforma internazionale” per affrontare i cambiamenti climatici
Valore sostanziale lo ha conferito il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon firmando ufficialmente, il 22 Aprile 2016 – durante la Giornata Mondiale della Terra – l’Accordo di Parigi emerso, dopo lunghe e complesse negoziazioni, alla fine della COP21. Un accordo entrato “velocemente” in vigore, 30 giorni dopo l’adesione di almeno 55 Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni, come previsto dal Trattato.
L’Italia – che dovrà partecipare alla prima capitalizzazione del “Green Climate Fund” (con 50 milioni di euro per ogni anno, dal 2016 al 2018)- ha ratificato l’Accordo di Parigi sul filo del rasoio, il 19 ottobre alla Camera e il 27 ottobre al Senato (poco prima dell’entrata in vigore ufficiale), con il disegno di legge “Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015” – giusto in tempo per potersi sedere tra i protagonisti attivi alla nuova Conferenza delle Parti annuale che apre oggi a Marrakech.
La COP22 si terrà nella città marocchina dal 7 al 18 novembre e avrà il delicato compito di stabilire i dettagli di implementazione di quanto deciso nell’Accordo di Parigi. Durante la Conferenza di Marrakech si prevede, tra le altre cose, di decidere sull’Istituzione del Comitato di Parigi sulla Capacity Building (PCCB); affrontare la review del Meccanismo Internazionale di Varsavia (WIM) sulla perdita e il danno; iniziare a costruire le modalità per riconoscere gli sforzi di adattamento nell’ambito del Global Stocktake e su come le valutazioni dell’IPCC debbano sostenere questo decisivo processo di confronto sugli sforzi messi in campo; avviare il processo per definire le informazioni da comunicare sulla finanza del clima. Tutti tecnicismi molto complessi e apparentemente avulsi dalla realtà quotidiana, ma che determineranno il successo o meno dell’applicazione concreta dell’Accordo di Parigi.