Quando si parla di case a risparmio energetico si intende, di solito, le case cosiddette “passive”, ma ottimi risultati si possono ottenere anche con quelle “attive”. Queste ultime hanno sempre avuto carenza di monitoraggio scientifico in grado di valutarne le prestazioni. Ora un progetto del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems ISEdi Friburgo, in Germania, rimedia a questa mancanza.
Il gruppo di ricerca, insieme ai colleghi del Solar und Wärmetechnik di Stoccarda, della Technische Universität di Ilmenau e del Sonnenhaus-Institut, ha sviluppato il progetto “Heizsolar” che prevede una serie di test scientifici sulla reale efficienza energetica degli edifici “attivi”, in grado di individuare i problemi che possono essere superati con una pianificazione accurata o con nuove soluzioni.
Cosa si intende per casa passiva e casa attiva? Le case passive sono edifici molto isolati e ventilati il cui fabbisogno energetico è soddisfatto dall’utilizzo di dispositivi passivi, che gestiscono i flussi di calore; esempi di case attive sono quelle solari (ce ne sono 1.700 tra Germania, Svizzera e Austria) che tramite collettori di calore posti sul tetto e serbatoi d’acqua, sono in grado di autoalimentarsi utilizzando principalmente l’energia del sole.
Finora questa branca “attiva” dell’edilizia, al contrario di quella “passiva” per la quale sono previsti precisi test, parametri e anche una certificazione, si è basata più che altro sull’esperienza del singolo. Per raggiungere livelli più elevati è stato necessario creare un metodo di valutazione uniforme che prevedesse anche la quantificazione dei flussi di energia che si spostano all’interno e all’esterno della casa.
Queste case attive godono anche di un buon isolamento, che permette di soddisfare il 60% del loro fabbisogno di calore. Il problema sono i costi, ancora molto elevati e il volume oneroso che richiede l’unità per l’accumulo di calore, che può arrivare ai 50mila litri.
Il progetto è stato sostenuto dal Forschungszentrum Jülich e ha ricevuto 1,5 milioni di euro di finanziamenti dai ministeri federali tedeschi per l’Ambiente. Le sfide che le case attive devono superare sono ancora molte, ma potranno aiutare nel raggiungimento dell’obiettivo imposto dall’Unione europea che prevede la sola costruzione, dal 2021 in poi, di edifici a spreco energetico quasi pari a zero.
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