Biodiversità in calo
Secondo i dati Living Planet Report 2018 presentati dal Wwf, la biodiversità a livello globale continua a calare. In soli 50 anni sarebbe scomparso più del 20% della superficie delle foreste dell'Amazzonia, mentre gli ambienti marini del mondo avrebbero perso quasi la metà dei coralli negli ultimi 30 anni. Si può forse affermare che, a livello globale, è mancato di un vero scatto in avanti rispetto alle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e alla difesa della biodiversità. A livello internazionale, però, il quadro non è totalmente negativo. Buone notizie, infatti, sono arrivate dalle aree protette: il Parco Nazionale Serranía de Chiribiquete in Colombia è diventato il più grande parco tropicale della foresta pluviale del pianeta. ll Wwf ha, inoltre, collaborato con associazioni Inuit nell'Artico orientale per tutelare dallo sfruttamento per l'estrazione di petrolio e gas un'area di conservazione marina di 11 milioni di ettari.
Buone notizie per gorilla e tigri
Per quello che riguarda le specie animali a rischio, la popolazione del gorilla di montagna ha dato segnali di ripresa. Per la prima volta da decenni, infatti, sarebbe riuscita a superare i mille esemplari, quando appena 10 anni fa erano 680 quelli censiti. Numeri positivi anche per la tigre. Grazie alle politiche di conservazione, la popolazione di questo felino ha mostrato per la prima volta nell'ultimo secolo un trend positivo toccando gli attuali 3.890 esemplari rispetto ai 3.200 stimati nel 2010. Proprio sul finire del 2018, inoltre, è arrivata una buona notizia per la balenottera comune (Balaenoptera physalus). Questa specie ha registrato un aumento della popolazione tale da spingere la Iucn a diminuire la categoria di minaccia a "vulnerabile".
Soffrono leoni, elefanti e orsi polari
La situazione resta invece molto critica per leoni, elefanti e orsi polari. La popolazione del leone africano (Panthera leo) è passata da 200mila esemplari ai 20mila stimati oggi in appena un secolo. Anche nel 2018, poi, nella classifica delle specie più a rischio continua ad esserci l'elefante di foresta (Loxodonta cyclotis) che, dal 2002 ad oggi, avrebbe subito un declino della popolazione del 70% circa. Nel 2018, però, è entrato in vigore il bando al commercio di avorio domestico in Cina. Infine, la specie che sembra soffrire maggiormente gli effetti negativi del cambiamento climatico è l'orso polare (Thalassarctos maritimus). Il riscaldamento globale sta pesantemente intaccando il suo habitat, mentre le stime dei prossimi 35 anni parlano di un declino del 30% della popolazione a causa dello scioglimento dei ghiacciai.