In seguito della sempre maggiore richiesta (da parte dei consumatori), tornano sulle tavole pasta, pane e pizze prodotti con gli antichi grani della tradizione italiana. La Sis, Società italiana sementi, si sta dedicando al recupero di alcune vecchie varietà che stanno tornando in voga sul mercato. In particolare, grazie alla vincita di un bando del Crea, si è aggiudicata per 15 anni l’esclusiva di riproduzione e certificazione del grano duro Senatore Cappelli. Con 1.000 ettari coltivati si tratta del grano duro antico più seminato in Italia con una produzione che ha raggiunto i 2,5 milioni di kg.
Il rilancio di questa varietà, oltre ad essere una risposta alla richiesta da parte del consumatore di varietà a basso tenore di glutine, con una buona quantità di fibra, sali minerali e vitamine, riesce anche ad offrire un prezzo garantito al produttore che lo coltiva. Esso, infatti, percepisce un compenso di 100 €/q se il cereale viene coltivato in agricoltura biologica e 80 €/q in agricoltura tradizionale.
Tale remunerazione può sembrare fuori mercato, ma dobbiamo considerare che nel sud la resa del frumento Senatore Cappelli è di 10-15 q/ha e negli areali del nord arriva al massimo ai 25-30 q/ha.
Oltre agli aspetti tipici del mercato e della remunerazione, la notizia è importante perché assume sempre maggiore valenza il salvaguardare un patrimonio genetico il più ampio possibile per affrontare le sfide future.
Il grano duro Senatore Cappelli con le sue caratteristiche genetiche si sta rivelando adatto alle nuove esigenze di coltivazione con elevati standard organolettici che rispondono alla domanda di buona e sana alimentazione.
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