Dopo l'ulteriore stretta sulle attività economiche "non strategiche" a causa dell'emergenza coronavirus, il ministro Bellanova ribadisce la centralità della filiera del cibo; “dai campi agli scaffali restano aperte tutte le attività del comparto primario. Tutte le attività direttamente o indirettamente necessarie e legate al regolare funzionamento della filiera alimentare restano aperte».
Dunque, la filiera alimentare non chiude. Tutte le attività necessarie legate al regolare funzionamento della filiera, trasporti inclusi, restano aperte. Ma il bisogno di chiarezza, in queste ore drammatiche, si fa più serrato. Nel limbo erano rimasti anche tutti i professionisti che lavorano a supporto dell'agricoltura.
Già il Cura Italia era finito nel mirino di 21 ordini professionali per l'esclusione di 2,3 milioni di professionisti italiani dalle misure prese dal Governo per l'emergenza Coronavirus. Una situazione che aveva spinto a dichiarare lo stato di agitazione da parte del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali (Conaf) segnalando che le professioni riunite, dopo incontro coordinato dal Comitato unitario professioni (Cup) e Rete professioni tecniche (Rpt), hanno «stabilito di far fronte unico per la tutela dei liberi professionisti in questa fase drammatica causata dall'emergenza Covid-19».
L'eventuale mancanza di precise indicazioni in merito all'interno del nuovo decreto annunciato avrebbe complicato ulteriormente le condizioni di lavoro di questi professionisti, soprattutto alla luce dell'ordinanza odierna del Ministero della Salute che blocca gli spostamenti sia con mezzi pubblici che privati tra comuni diversi di quello di residenza se non per motivi comprovati di Salute o appunto per esigenze lavorative autorizzate e di assoluta urgenza.
Dopo una domenica di contatti continui tra gli Ordini e l'Esecutivo, la versione definitiva dell'elenco delle professioni considerate strategiche contiene anche il codice ateco 74 relativo alle attività professionali scientifiche e tecniche.