Si è conclusa poco prima di Natale la 10^ Conferenza Ministeriale di Nairobi dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Il risultato è stato un accordo storico, buono per il commercio globale che, grazie ad esso, dovrebbe divenire più equo. La conferenza del OMC si è svolta per la prima volta in Africa e ha affrontato i maggiori problemi dei paesi in via di sviluppo, ancora largamente presenti nel continente africano.
La Conferenza ha approvato un accordo commerciale globale che avvantaggia sia i paesi dell’Africa che tutto il mondo in via di sviluppo, e che consente di liberarsi di tutte le distorsioni al commercio a cominciare dalle sovvenzioni all'esportazione in agricoltura. Per quanto riguarda i produttori comunitari, saranno in grado per la prima volta di vedere una parità di condizioni nella concorrenza all'esportazione, confermando quella che è stata una priorità fondamentale per negoziatori dell'UE.
Inoltre, l'accordo apre nuove opportunità per i paesi in via di sviluppo più poveri e vulnerabili a integrarsi meglio nel sistema commerciale globale. Negli ultimi anni, l'Unione europea aveva già aperto la strada accettando di rinunciare all'uso di sovvenzioni all'esportazione. Ora, per la prima volta, ci sono discipline vincolanti sulle sovvenzioni, come i crediti all'esportazione, attraverso le quali i paesi in via di sviluppo stanno sovvenzionando operazioni commerciali di esportazione del valore di miliardi di euro. Questi nuovi accordi prevedono controlli vincolanti che saranno in grado di livellare il campo di gioco per gli esportatori dell'UE.
Lo storico accordo di Nairobi prevede anche altri punti di fondamentale importanza come la gestione degli aiuti alimentari che saranno sottoposti a regole precise e la costituzione di riserve di prodotti alimentari effettuando acquisti di Stato a prezzi politici.
In dettaglio l’accordo stabilisce i seguenti punti:
- Si fermerà l'uso di sussidi e di altri sistemi di supporto alle esportazioni agricole. L'eliminazione dei sussidi all'esportazione servirà a proteggere gli agricoltori più vulnerabili nei paesi in via di sviluppo dagli effetti dannosi delle sovvenzioni all'esportazione. E sarà accelerata la rimozione di tali sovvenzioni nel caso specifico del cotone.
- Si assicurerà che gli aiuti alimentari per i paesi in via di sviluppo vengano concessi in modo da non alterare i mercati locali.
- Si cerca di semplificare le condizioni che gli esportatori dei paesi più poveri devono rispettare, in modo che i loro prodotti beneficiano di accordi commerciali (cd norme di origine).
- Si dà anche più opportunità per le imprese dei paesi più poveri di forniscono servizi in 164 paesi membri dell'OMC.
- E’ stata raccomandata una revisione delle politiche di sicurezza alimentare in corso con particolare riferimento agli acquisti pubblici a prezzi fissati. Tali modifiche saranno introdotte gradualmente. Più tempo è consentito ai paesi in via di sviluppo per adattarsi ai diversi aspetti delle regole. Infatti le date previste per la completa eliminazione dei sussidi all'esportazione sono la fine del 2020 per i paesi sviluppati, la fine del 2023 per i paesi in via di sviluppo, e la fine del 2028 per gli aiuti alla flessibilità del marketing e del trasporto interno forniti dai Governi dei Paesi in via di sviluppo.
Per i produttori e gli esportatori europei, l'accordo offre nuove opportunità per la creazione di una maggiore parità nei confronti di entrambe le economie sviluppate ed emergenti. In particolare, andrà a beneficio degli agricoltori europei ponendo fine alle sovvenzioni all'esportazione in settori chiave come la farina di frumento, zucchero e prodotti lattiero-caseari. Ma nello stesso tempo consentirà ai Paesi in via di sviluppo di competere validamente con le importazioni provenienti da altri Paesi che usano le sovvenzioni all’export come strumento di più facile penetrazione nel mercato locale.