L’Inail denuncia, per il primo trimestre di quest’anno, una significativa crescita per gli infortuni sul lavoro in agricoltura. Va rilevato, innanzitutto, che negli altri settori produttivi la tendenza è opposta, cioè gli infortuni sono in calo. Infatti a marzo 2019 il numero dei casi denunciati è aumentato del 9,3% in agricoltura, passando da 6.918 a 7.558.
Di questi, 7.284 casi sono riferiti a infortuni occorsi durante il lavoro e 274 in itinere – in aumento rispetto allo stesso trimestre del 2018, allorquando erano stati segnalati rispettivamente 6.705 e 213 casi. L’analisi a livello territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio in tutte le ripartizioni geografiche: Nord-Ovest (+1,5%), Nord-Est (+2,1%), Centro (+2,8%), Sud (+0,2%) e Isole (+3,1%). Tra le regioni con gli incrementi percentuali maggiori spiccano, in particolare, l’Umbria (+9,8%), la Sardegna e la provincia autonoma di Bolzano (+5,0%) e le Marche (+4,9%), mentre i decrementi sono riferiti alla Valle d’Aosta (-6,6%) e, con cali inferiori, a Molise, Abruzzo, provincia autonoma di Trento, Lazio e Puglia.
Per quanto riguarda invece i casi mortali, che sono stati complessivamente 212 di cui 22 nel settore agricolo. L’analisi territoriale mostra un calo dei casi mortali solo nel Nord del Paese: nove in meno nel Nord-Ovest (da 66 a 57) e 12 in meno nel Nord-Est (da 56 a 44). Incrementi si rilevano, invece, nel Centro e Mezzogiorno, con cinque decessi in più al Centro (da 39 a 44) e otto casi in più sia al Sud (da 35 a 43) che nelle Isole (da 16 a 24).
Infine per quanto riguarda il luogo di nascita degli infortunati sul lavoro circa il 12% dei casi segnalati nel primo trimestre del 2019 e cioè 18mila circa, sul totale di oltre 157mila, non sono italiani confermando la consistente presenza di lavoratori non italiani nella nostra struttura produttiva.