Le merci possono circolare, stalle e campi sono accessibili. Ma le incognite per il settore agricolo dovute all'epidemia di coronavirus sono comunque tante. In primis la durata dell'emergenza. Se in un paio di mesi la situazione tornasse alla normalità le conseguenze potrebbero essere limitate, ma se durasse di più i problemi sarebbero più gravi. Quello che pesa sono le incertezze per la contrazione dei consumi dovuta alla drastica diminuzione dei turisti e alla chiusura, o alla forte limitazione, dell'attività di mense, ristoranti e bar. Al netto del fatto che anche i dipendenti delle aziende agricole rischiano di ammalarsi o possono essere costretti alla quarantena.
Infine, gli imprenditori agricoli non sanno se nelle prossime settimane potranno contare sulla manodopera, soprattutto quella che ogni anno arriva dall'estero, per i trapianti del pomodoro, per le operazioni nei frutteti e nelle serre. A soffrire di più in questo momento sono gli agriturismi che hanno visto un drastico calo delle presenze. Questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dagli agricoltori delle zone del piacentino e del Lodigiano dopo due settimane di emergenza dovuta al coronavirus.
Le stalle sono al lavoro regolarmente nel lodigiano, ma i piccoli caseifici hanno chiuso.