La cautela regna sugli scambi nei circuiti vinicoli; i produttori ritengono i prezzo offerti non ancora pienamente remunerativi e quindi preferiscono non vendere, aspettando un'evoluzione più favorevole del mercato. Lo afferma Ismea nell'Overview sui mercati agroalimentari, osservando come le prossime settimane saranno decisive per verificare se i timidi segnali di recupero tendenziale dei listini costituiranno effettivamente un rialzo.
Circa oli di oliva, invece, si profila un nuovo affondo dei prezzi, dato che il mercato è ora interessato esclusivamente alle nuove produzioni.
Nessuna novità di rilievo, poi, sui mercati dei cereali e dei semi oleosi, dove le quotazioni delle produzioni nazionali restano ferme sulle principali piazze di rilevazione. Difficilmente l'attuale dinamica cambierà nei prossimi giorni, considerando anche l'attuale valore della valuta statunitense.
Riguardo alle produzioni orticole dobbiamo ricordare che le temperature primaverili delle ultime due settimane non hanno incoraggiato il consumo delle qualità autunno-vernine, determinando in qualche caso un transitorio adeguamento verso il basso dei prezzi. Verosimilmente, il calo termico atteso per il prossimo week end porterà ad un incremento della richiesta e migliorerà il profilo qualitativo del prodotto.
Flessione dei listini anche per le insalate, a causa di un maggior afflusso di merce con l'entrata in produzione delle zone vocate del sud del paese. Tra gli ortaggi in coltura protetta, stanno scendendo i prezzi delle zucchine e dei pomodori, dopo i rincari dei giorni scorsi. L'ultima settimana ha sancito, poi, l'inizio della raccolta dei finocchi negli areali dell'Italia meridionale (Puglia, Metapontino e salernitano) con un esordio commerciale positivo grazie a prezzi superiori a quelli di un anno fa. Con il progressivo incremento dell'offerta, i listini dovrebbero tuttavia subire un naturale arretramento.
L'allarme lanciato dall'Oms, cambiando fronte, continua a riflettersi negativamente sui comparti del suino e del bovino, determinando cedimenti piuttosto accentuati tra il bestiame vivo, in particolar modo tra i capi destinati al macello, che risultano penalizzati dal rallentamento delle attività di macellazione. Una situazione che, secondo Ismea, dovrebbe tuttavia tornare progressivamente alla normalità in considerazione del fisiologico diradamento dei timori innescati dall'ondata allarmistica.
Passando poi agli avicoli, il mercato risulta ancora condizionato da un'offerta eccedentaria rispetto alla capacità di assorbimento della domanda, con inevitabili ripercussioni negative sull'andamento dei prezzi di polli, galline e tacchini. Probabilmente il rilancio degli ordinativi che precede tradizionalmente le festività natalizie garantirà nelle prossime settimane un maggior equilibrio tra domanda e offerta.
Un mercato ancora orientato al ribasso si conferma, al contrario, per le uova, anche alle luce di una scarsa richiesta industriale per i calibri medio-piccoli.
In riferimento ai lattiero-caseari, infine, il mercato risulta nel complesso stazionario con aspettative di deterioramento sotto l'influenza delle dinamiche continentali e mondiali. Sicuramente più favoriti risultano i formaggi grana grazie a una domanda interna che dovrebbe mantenersi più vivace anche nelle prossime settimane.