Momento difficile per la produzione agricola italiana, proprio nel momento del raccolto. I fiumi sono in secca, le terre arse e le coltivazioni a rischio siccità. Anche gli animali soffrono, per lo scarso foraggio, sono dimezzate le produzioni di ortaggi ed è in pericolo anche la mozzarella di bufala. La causa è la mancanza di pioggia che continua da mesi.
Dopo una primavera calda, la seconda più calda dall’ottocento con quasi due gradi in più di media, e la terza più asciutta con un deficit di quasi il 50%, la situazione è sempre più preoccupante. Giugno è stato bollente con massime superiori di 2,2 gradi, la media di riferimento ha avuto un valore di 25,4 gradi mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 52%, provocando una crisi idrica di portata storica a livello nazionale.
Con il grande caldo gli agricoltori devono ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e il fieno per l'alimentazione degli animali per la produzione di latte per i grandi formaggi tipici dal grana padano al parmigiano reggiano fino alla mozzarella di bufala.
L'Emilia Romagna ha richiesto al Governo lo stato di emergenza, ma la situazione è preoccupante un po’ dappertutto.
Le anomalie climatiche della prima parte del 2017 hanno già provocato danni stimati in quasi un miliardo di euro. In Sardegna l'assenza di piogge sta condizionando tutti i settori agricoli, con perdite nella produzione di oltre il 40% mentre in Veneto si parla di poche settimane di autonomia mentre in Toscana scarseggiano anche i foraggi per il bestiame e crolla la produzione di miele.
I girasoli e il granoturco stanno seccando in Umbria, ma in difficoltà sono anche ampie aree del Lazio, dove è già scattata la turnazione su tutti gli impianti irrigui dell'Agro Pontino. In Campania nel Cilento, nell'Alento e nella piana del Sele ci sono problemi per gli ortaggi e la frutta, ma anche per la mozzarella di bufala perché la mancanza di acqua mette in crisi anche gli allevamenti e i caseifici.
In Puglia registriamo perdite di produzione, aumento dei costi per le risemine, ulteriori lavorazioni, acquisti di nuove piantine e sementi sono gli effetti della siccità con gravi danni al granaio d'Italia nelle province di Foggia e Bari, dove si riscontra una perdita del 50% della produzione.
La siccità in Sicilia è una realtà concreta con gli invasi a secco e la necessità di anticipare l'inizio della stagione irrigua negli agrumeti.