Montelupo Fiorentino (FI) si appresta a vivere un evento che celebra la ceramica, materiale che ha caratterizzato e continua a contraddistinguere in maniera preponderante la storia, la cultura e l’imprenditorialità della cittadina toscana.
Dal 21 al 23 giugno 2019, infatti, in vari luoghi del centro storico, va in scena CÈRAMICA 2019, la Festa Internazionale della Ceramica, giunta alla sua XXVII edizione.
Saranno tre giorni ricchi d’iniziative, promosse dal Comune di Montelupo e Fondazione Museo Montelupo onlus, main sponsor COLOROBBIA, che spaziano dall’arte all’artigianato, dalla cultura del ‘saper fare’ delle industrie del comparto ceramico locale, alla gastronomia e a molto altro ancora.
Ma sarà un lungo fine settimana che consentirà ai visitatori di scoprire un borgo, alle porte di Firenze, che si distingue per le sue bellezze architettoniche e le eccellenze artistiche, come la Prioria di San Lorenzo e la Chiesa di San Giovanni Evangelista che ospita una pala attribuita a Botticelli, le installazioni di arte moderna realizzate da famosi designer e artisti contemporanei, le botteghe di ceramica e soprattutto il Museo della Ceramica e il parco dell’Ambrogiana che circonda la Villa Medicea.
Passeggiando in centro storico si possono ammirare le torri e mura trecentesche, la fontana dell’architetto contemporaneo Marco Dezzi Bardeschi, la Pieve di San Giovanni Evangelista, la Prioria di San Lorenzo e Casa Sinibaldi.
In centro si affacciano alcune delle botteghe della ceramica, aziende che portano avanti una tradizione locale antichissima, che risale all’epoca medicea, in particolare tra il 1400 e il 1530, quando Montelupo era il centro di produzione della maiolica per la città di Firenze. Proseguendo su via Garibaldi si raggiunge il MMAB, sede del Museo della Ceramica e polo culturale cittadino.
Nel centro di Montelupo Fiorentino il visitatore incontra opere appartenenti al progetto Materia Prima, una mostra all’aperto di ceramica, che invita a uscire dal museo e a scoprire lavori d’arte contemporanea, realizzati da alcuni dei più importanti artisti italiani che usano o hanno usato la ceramica, collocati in luoghi di particolare interesse del paese. Gli artisti invitati hanno lavorato insieme ad artigiani e aziende locali, a creare una sinergia fra il luogo di produzione e la sua collettività in senso pieno e partecipativo.
Dopo aver percorso l’alberato Viale Umberto I, costeggiando il lungarno, si giunge alla storica Torre dei Frescobaldi, ora sede del Museo del Fiasco; oppure si può optare per una visita al Museo Archeologico, vicino al seicentesco convento degli Alcantarini: inaugurato nel 2007 nell’ex complesso di San Quirico e Santa Lucia, si tratta di uno dei più importanti nel suo genere a livello regionale, sia per la quantità di reperti (circa 3000) che per la diversificazione nel tipo di ricerca.
Un capitolo a parte meritano la Villa Romana del Vergigno, risalente al I secolo a.C e il Parco archeologico di Montereggi, ricco di reperti di epoca etrusca. Il sistema di piste ciclabili di Montelupo Fiorentino permette di scoprire, oltre ad esse, anche la zona naturalistica lungo il torrente Pesa. In questo caso il tracciato si snoda per una lunghezza complessiva di circa 7 km e costeggia la cassa di espansione di Turbone. Qui nidifica una particolare specie di rondine detta topino per l’abitudine di scavare il proprio nido in parete. Il percorso costeggia anche le traverse “dei Capitani” e “delle Topole”.
Tra i gioielli architettonici, va ricordata la Villa Medicea dell’Ambrogiana, collocata alla confluenza dei fiumi Arno e Pesa, appartenente alla rete di ville-fattorie di proprietà dei Medici sparse su tutto il contado fiorentino, recentemente riaperta al pubblico.
Il podere dell’Ambrogiana divenne proprietà medicea nel 1573, quando Ferdinando I ne commissionò la trasformazione in villa, a partire dal preesistente casino signorile, con l’inserimento di quattro robuste torri angolari e un chiostro centrale. Tra gli architetti coinvolti nel progetto, vi lavorò come capomastro del cantiere Raffaello Pagni, collaboratore di Bernardo Buontalenti.
L’Ambrogiana fu la dimora prediletta di Cosimo III, che dalla seconda metà del XVII secolo arricchì la villa con le proprie collezioni di dipinti, esemplari botanici e naturalistici.
Nel 1737, l’Ambrogiana divenne di proprietà dei Lorena d’Austria. La villa fu restaurata, su incarico di Francesco Stefano, dall’architetto Jean Nicholas Jadot. Più tardi, Ferdinando III affidò all’architetto Pasquale Poccianti una serie di interventi, tra cui il progetto delle nuove scuderie.
L’intermezzo napoleonico (1799-1814) segnò una fase di stallo e disinteresse nei confronti dell’edificio. Con la restaurazione la villa ritornò nelle mani dei sovrani lorenesi, che affidarono a Poccianti il restauro. Nel 1824, Leopoldo II decise di destinare il convento – già soppresso a seguito delle riforme leopoldine – a casa di pena femminile, e le scuderie a penitenziario maschile.
La conversione della villa e dei suoi annessi a manicomio, a partire dal 1850, ne decretò la sua trasformazione e comportò l’avvio di una fase di utilizzi impropri dell‘immobile.
Oggi, a seguito della dismissione dalla funzione di ospedale psichiatrico, il complesso “Villa Medicea dell'Ambrogiana” può integrarsi nuovamente nel contesto urbano ed essere inserito a pieno titolo nel circuito delle ville medicee Patrimonio dell'Unesco.
L’Ambrogiana, con il suo valore storico architettonico, sociale ed economico costituisce una potenziale risorsa per il territorio. A partire da questa convinzione, l’amministrazione comunale sta portando avanti un progetto di valorizzazione, per ricostruire l’identità di questo luogo.
Il Comune di Montelupo Fiorentino è attivo nel proporre interessanti attrattive per i turisti in visita alla città. Tra queste, l’itinerario Montelupo su due ruote, un sistema di piste ciclabili che permette di scoprire alcuni luoghi preziosi. Dalla zona panoramica, che anticamente ospitava un castello medioevale edificato nel 1203 dalla Repubblica fiorentina, si scende fino ad incontrare le mura trecentesche e la Torre dei Frescobaldi, risalente al XIV secolo. Il luogo un tempo era sede del dazio per il traffico fluviale e prima ancora di un casino di caccia. Il percorso storico-artistico passa anche per la Chiesa di San Giovanni Evangelista, dove è possibile ammirare la Pala della “Madonna con Bambino e Santi”, attribuita a Botticelli e Scuola, e per la Villa Medicea dell’Ambrogiana, uno dei luoghi ideali di caccia, pesca e ristoro per la corte fiorentina, anche grazie al suo vasto parco.