Le temperature record del 2015 hanno portato un grave problema all’agricoltura, la siccità. L’ANBI (associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue) lo denuncia con una nota e descrive una situazione per il Nord Italia di vera emergenza.
La condizione peggiore sembrerebbe riguardare in particolare le aree occidentali, anche se già in dicembre si parlava di una situazione critica pure per il Po, in tutta la sua estensione.
Le riserve idriche dei grandi bacini lacustri del Nord-ovest risultano inferiori del 40% rispetto a quelle misurate durante la siccità del 2007, finora registrata come la più pericolosa per il Paese, almeno fino ad oggi. Basti pensare che il lago Maggiore è al 16,5% della sua capacità ed il lago di Como è sceso fino al 9,4%, ovvero ben 23,8 centimetri sotto lo zero idrometrico. Un livello davvero di guardia.
La situazione per gli invasi centromeridionali sembra invece stabile: quelli che interessano i Consorzi di bonifica e che sono stati quindi osservati, si mantengono agli stessi livelli dell’anno scorso. Siamo in una fase molto delicata. E’ bene ricordare, dunque, che la legge prevede la priorità dell’uso agricolo, cioè alimentare, dopo quello umano, ovvero per dissetare.
Non solo, ma la situazione viene poi peggiorata dalla scarsità di precipitazioni nevose che hanno interessato finora tutto il Nord Italia. Tutto questo è sempre in stretta relazione con l’innalzamento delle temperature, che anche durante l’inverno ha determinato delle medie ben al di sopra della norma per queste aree.
Preoccupato da questo punto di vista il settore dell’agricoltura: il rischio è che venga meno per i prossimi mesi il naturale afflusso idrico.
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