Svolta l’audizione, in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, dei rappresentanti dell'Associazione nazionale consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi), relativa alle importanti problematiche del comparto agroalimentare connesse all’emergenza idrica di questo periodo.
Nette le parole di Massimo Gargano, direttore generale Anbi: "l'emergenza idrica ha risvolti pericolosi. La temperatura quest'anno è di 2-3 gradi superiore a quella degli anni precedenti, è caduta l'80% di neve in meno sulle dorsali montane e la pioggia di questi giorni ha migliorato una situazione che resta comunque precaria. Si parla di 20 km di salinizzazione dei principali bacini di questo paese, che ha conseguenze anche per la fauna. La siccità si inserisce in un contesto di pandemia e di cambiamenti climatici, tutto da considerare per la transizione ecologica, che va fatta in fretta”. Ecco dunque che tutti i temi sul tavolo oggi si intrecciano in un abbraccio davvero pericoloso ma che ci dà la misura dell’emergenza che stiamo attraversando.
E ha poi continuato in questo modo:” l’agroalimentare italiano vale oltre 570 miliardi euro ed ha bisogno per l'85% di acqua: servono politiche adeguate. Anbi gestisce 231mila canali artificiali e l'85% dell'irrigazione collettiva. Abbiamo messo a servizio questa capacità per il paese su due questioni: abbiamo presentato una certificazione volontaria della risorsa acqua da parte del sistema di aziende agricole ed abbiamo ricevuto un'ottima risposta sul marchio goccia verde. Poi c'è il piano laghetti, che prevede di raccogliere l'acqua con opere medio-piccole, in grado di valorizzare l'ambiente, svolgendo così la propria funzione. Con questi laghetti potremo raccogliere oltre 1 miliardi di metri cubi di acqua nuova, producendo contemporaneamente energia sullo specchio d'acqua tramite il fotovoltaico, oltre che da idroelettrico tramite i pompaggi. I laghetti aiuterebbero il flusso ecologico ed anche quelle zone del sud dove l'acqua è razionata. Il piano laghetti non sarebbe mai stato applicato attraverso Pnrr o piano strategico. Abbiamo dovuto lavorare sull'efficientamento della rete, era l'unica possibilità. Va ricordato che quest'anno sono stati stimati già danni, causati dalla siccità, per 1 miliardo di euro e nella legge di bilancio dello stato dovrà essere fatta una scelta di campo, se continuare ad intervenire per riparare i danni o utilizzare gli antidoti. C'è poi l'aspetto della semplificazione, con cui facciamo fatica".