Nelle ultime due settimane, soprattutto, abbiamo potuto constatare la presenza dei rincari sui generi alimentari molto comuni come il pane ed i prodotti da forno. Cosa li ha provocati? Non tanto il rialzo del prezzo del grano tenero, che incide poco (si stima circa l’8,5%) sul costo a scaffale di pane, prodotti da forno e da pasticceria. I rincari sono da imputare soprattutto ai maggiori costi di elettricità, gas, carburante per la logistica, imballaggi.
Purtroppo il costo finale viene spesso rigirato sul consumatore e ciò provoca un aggravio per le famiglie. Il prezzo del frumento tenero è aumentato già da molti mesi, ben prima del conflitto in Ucraina, ed è dovuto a dinamiche legate alla produzione, alla rinnovata domanda da parte della Cina e ad alcuni fenomeni meteo. Tuttavia, non ci sono speculazioni dalla parte agricola, che ha venduto il grano ai commercianti la scorsa estate mediamente a 22 Euro, mentre ora il prezzo è di 34€ al quintale.
Ovvio che preoccupa la situazione dei fertilizzanti e l'esorbitante aumento dei prezzi del gas naturale che ne è l'ingrediente principale. La forte pressione internazionale sui cereali ha a che fare soprattutto con l’incertezza legata al lungo periodo pandemico e all'andamento negativo dei raccolti a livello mondiale, dovuto a siccità e climate change.