I dati Istat confermano l’allarme già lanciato da tempo: l’inflazione sta crescendo e rischia di congelare la ripresa del Paese. Il +4,8% di inflazione confermata dall’istituto nazionale di statistica, prova la grande accelerazione dei prezzi in questo primo mese 2022. E’ un tasso inflattivo che non si registrava dal 1996, un periodo in cui la ricchezza delle famiglie e del Paese era superiore a quella di oggi.
Purtroppo, ma come era prevedibile, gli effetti di questa inflazione da costi cominciano a vedersi sia a livello macroeconomico, con le più recenti stime del Pil che parlano di un rallentamento della crescita nel 2022, sia nel tessuto produttivo del Paese, in quanto parecchie imprese denunciano possibili gravi crisi. E in questa tempesta perfetta, peraltro prevedibile, chi paga più di tutti sono le famiglie, soprattutto quelle a reddito più basso. L’inflazione sta producendo una frenata importante alla ripresa dei consumi.
Al contesto monetario, determinato per lo più dallo spropositato aumento del costo delle materie prime, degli energetici e dei container, si deve aggiungere la grave crisi sul confine russo – ucraino che sta destabilizzando l’area ed il commercio di cereali.
Gli italiani si dicono preoccupati per i rincari e molti sono oggi costretti a ridurre i consumi, perfino quelli alimentari. In queste ore si è aggiunta la notizia di un improvviso sciopero degli autotrasportatori che rischia di destabilizzare i raccolti e mettere definitivamente in ginocchio le imprese agroalimentari.