A renderlo noto sono il birdwatchers Giovanni Picone e l'ornitologo Rosario Balestrieri (dell'Ass. di tutela Ambientale ARDEA) sulle pagine della rivista scientifica Avocetta del Centro Italiano Studi Ornitologici
Si tratta dell'Oca egiziana, nome scientifico: Alopochen aegyptiaca uccello originario dell'Africa subsahariana e della Valle del Nilo, e spesso tenuto in cattività per il suo aspetto esotico.
L'Oca egiziana in Italia si riproduce dall'1998 quando fu rilevata la prima nidificazione di una coppia di origine domestica in provincia di Cuneo. D'allora si registra una veloce espansione, soprattutto al Nord e Centro Italia. Il trend decennale della specie risulta in aumento moderato (+12.6% all'anno); in Germania gli aumenti recenti sono dell'ordine del 20% all'anno.
La conquista dell'Europa da parte dell'Oca Egiziana procede inesorabile con più di 800 coppie in Olanda, più di 1300 in Belgio ed altre centinaia sparse fra Francia e Germania. Meno presente in Europa mediterranea e molto scarse le segnalazioni in Italia meridionale. Questa prima nidificazione in Campania, lungo le rive del fiume Calore e Sabato in provincia di Benevento rappresenta la prima riproduzione accertata per il sud Italia, infatti il margine meridionale del fronte riproduttivo di questa specie aliena nel nostro paese era in Toscana. Questa ulteriormente espansione è un campanello d'allarme di una problematica ambientale complessa spesso poco considerata.
Questi uccelli alieni, esteticamente belli come pappagalli, maine e ibis sacri, non impreziosiscono l'ambiente in cui vivono ma spesso hanno un impatto con l'ambiente e le altre specie negativo. Questa emergenza è costantemente sottovalutata nel nostro paese tanto che la Commissione ha aperto procedure di infrazione nei confronti dell'Italia per non esser riuscita a stabilire, attuare e comunicare alla Commissione un piano d'azione per affrontare la diffusione involontaria di specie aliene invasive preoccupanti per l'Ue.