Nella prossima stagione estiva si registreranno tra 45 e i 49 milioni di presenze – per il 55% connazionali – nelle strutture all'aria aperta in Italia. Positivo il dato complessivo che emerge dalle previsioni sul comparto nazionale della quinta edizione dell'Osservatorio del Turismo Outdoor a firma Human Company, gruppo fiorentino leader in Italia nell'ospitalità open air, realizzato in collaborazione con THRENDS, società specializzata in analisi e strategie nel settore Tourism & Hospitality.
Secondo i due scenari delineati dal report sul possibile andamento della domanda per l'estate 2021 dell'outdoor, inteso nel suo perimetro più ampio, ovvero quello che include oltre a camping, camping village e villaggi turistici, anche rifugi montani e agriturismi, il calo dei volumi nazionali del segmento si attesterà fra il -14% e il -22%, in confronto ai dati pre-Covid. Secondo Bruna Gallo, CCO Human Company: «Si tratta di una previsione che conferma nuovamente un calo rispetto al triennio 2017-2019, anche se – a dispetto del grave impatto subito dall'industria del turismo a livello mondiale – dimostra la resilienza del comparto dell'outdoor in Italia, sostenuta anche dalle sue caratteristiche intrinseche: la flessibilità delle soluzioni, la sostenibilità della spesa, il legame con i valori fondanti della vacanza, come lo svago e il contatto con la natura».
Due scenari per l'outdoor
Partendo dall'analisi della situazione delle restrizioni e delle vaccinazioni nei principali mercati incoming e utilizzando i dati Istat del triennio 2017-2019 come riferimento per lo storico del segmento – che nel periodo pre-Covid registrava in media circa 58 milioni di presenze estive e un valore di spesa di 4,3 miliardi di euro – il report ipotizza due possibili scenari per il turismo all'aria aperta in Italia: nel "best case", con un allentarsi delle restrizioni al 30 aprile, la perdita di spesa complessiva sul territorio italiano equivarrebbe a 435 milioni di euro con 49 milioni di presenze, mentre nel "worst case", qualora le restrizioni dovessero protrarsi sino al 30 maggio, la perdita raggiungerebbe i 686 milioni di euro a 45 milioni di presenze.
Lo scenario migliore sulle presenze dei primi 5 mercati esteri (Germania, Paesi Bassi, Svizzera, Austria e Francia) evidenzia una perdita contenuta tra -19% e -29%, mentre il mercato domestico si attesta su -3,2%. Nel caso dello scenario peggiore, invece, si stima un calo delle presenze estere che va dal -27% di Germania e Austria al -34% dei Paesi Bassi, con il mercato italiano che arriva a toccare un calo del -13,8%. Tra le maggiori evidenze si segnala che la diminuzione della domanda italiana rimane comunque inferiore rispetto a quella estera, contrariamente al periodo pre-Covid, e porta a stimare per il mercato domestico un recupero completo ad agosto e settembre dei volumi storici nel best case.
FOCUS LAZIO
Secondo i due scenari delineati dal report, nell'ipotesi migliore nella prossima estate il Lazio vede oltre 2 milioni di presenze tra italiani (-3%) e stranieri per una perdita di poco più di 280 mila presenze e di circa 18 milioni di euro di spesa rispetto alle estati pre-Covid. Nello scenario peggiore il calo di presenze di attesta a circa 490 mila (-14% di italiani) e la perdita di spesa ai 29 milioni di euro.
Guardando ai primi cinque mercati esteri (Germania, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Polonia), lo scenario "Best" evidenzia una perdita più consistente rispetto ai connazionali, che oscilla tra il -31% di Germania e Francia, il -36% di Paesi Bassi e Polonia e il -37% del Regno Unito. Nell'ipotesi dello scenario "Worst", il calo di presenze degli stranieri tocca il -41% di Paesi Bassi e Polonia, seguito dal dal -37% del Regno Unito e il -36% di Francia e Germania.
Fattori di impatto 2021
In generale la tensione verso il ritorno alla normalità del viaggiare è visibilmente presente sul mercato e un confronto con la passata stagione estiva evidenzia come, in un contesto di maggiore sicurezza e tranquillità dal punto di vista sanitario, le persone vogliano "muoversi".
In questo quadro si confermerà la tendenza a ridurre la distanza degli spostamenti, anche subito dopo l'allentamento delle restrizioni, privilegiando mete domestiche o nazioni confinanti e restringere la booking window, tra la prenotazione e il soggiorno. Un'ulteriore tendenza rilevata nel 2020 che si ripeterà è quella della ricerca di una vacanza all'insegna del contatto con la natura, magari fuori da mete rinomate, per cercare luoghi più tranquilli e meno affollati e attività open air.
Sulla scorta dai dati registrati nella passata stagione, la nuova edizione dell'Osservatorio conferma la resilienza di un comparto del turismo in Italia, che dopo la costante crescita negli anni pre Covid nel contesto pandemico ha vissuto una vera e propria un'accelerazione. Puntando su qualità e innovazione, il segmento dell'open air è riuscito a guadagnarsi un interesse sempre maggiore da parte degli italiani che nella formula dell'outdoor trovano la risposta ideale alle nuove esigenze ed aspettative: un'esperienza di soggiorno a contatto con la natura in totale sicurezza e datata di ogni comfort.