In controtendenza rispetto alla deflazione generale risultano in salita i prezzi al consumo nel carrello della spesa, con un rincaro al dettaglio che va dal 9.9% per la frutta al 5,3% per la verdura. Emerge da una analisi sui dati Istat relativi all’inflazione a ottobre. Un’accelerazione che riguarda al dettaglio sia gli alimenti lavorati che quelli non lavorati mentre i prezzi pagati ai produttori spesso diminuiscono mettendo a rischio lo stesso sistema agroalimentare nazionale.
Con l’attuale emergenza, l’invito alla distribuzione commerciale ed ai consumatori è quello di privilegiare prodotti made in Italy duramente colpiti dalla chiusura anticipata della ristorazione che ha un effetto negativo a cascata sull’agroalimentare nazionale, con una perdita di fatturato di oltre un miliardo per le mancate vendite di cibo e bevande nel solo mese di applicazione delle misure di contenimento.
Purtroppo il leit motiv di questo periodo registra un drastico crollo dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, come anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.