L’emergenza causata dalla pandemia di Covid-19 e il conseguente lockdown generalizzato, hanno portato all’attenzione di tutti i punti critici dell’attuale sistema economico italiano, soprattutto per quel che riguarda il panorama energetico, lo spreco di risorse, la produzione di rifiuti e le emissioni ambientali.
In termini di emissioni ambientali ci è bastato vedere il comparto industriale fermo e il blocco quasi totale della mobilità su strada per veder ridurre in maniera drastica l’inquinamento delle nostre città. Purtroppo sono ancora troppo poche le realtà italiane che sono consapevoli dell’importanza di salvaguardare il nostro pianeta e che si adoperano per fare la loro parte. L’obiettivo però è che nei prossimi anni il numero di aziende che sceglieranno l’energia green per ridurre le emissioni ambientali, la popolazione che si avvicinerà alla mobilità pulita e le istituzioni che gestiranno meglio lo spreco di risorse saranno via via sempre maggiori.
La necessità di fare qualcosa perché tutto questo migliori definitivamente è sempre più forte. È dai momenti di crisi che scaturisce il cambiamento e, una volta che l’emergenza più grave sarà definitivamente alle nostre spalle, dovremo cogliere l’occasione per modificare le basi dell’economia e trasformare le difficoltà in qualcosa di utile per il Paese. Naturalmente tutti dovranno essere parte attiva di questo cambiamento in quanto non possiamo pretendere che qualcuno agisca al posto nostro.
Quale sarebbe la soluzione? Per superare questa crisi è necessario puntare sullo sviluppo sostenibile e sull’utilizzo intelligente delle risorse. Il nuovo modello economico, che ne scaturirà, dovrà basarsi su adeguate politiche di supporto alla ripresa del Paese, che prevedano di indirizzare i piani di investimento sulla strada della decarbonizzazione e della circolarità, promuovendo una concreta transizione verso nuovi modelli di produzione che mettano il clima al primo posto.
Nella recente Legge di bilancio è stato inserito un piano di investimenti pubblici per lo sviluppo di un Green Deal italiano. Esso sosterrà le spese in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica, anche nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale (in particolare grazie agli incentivi fiscali previsti dal Piano nazionale “Transizione 4.0”).
Quello che le aziende possono iniziare a fare è sicuramente pensare a come dare forma concreta a questo cambiamento, mettendo in pratica investimenti oculati e green oriented già al loro interno. Questo vale soprattutto per quelle realtà che sono considerate particolarmente energivore, e cioè che consumano grandi quantità di energia elettrica e termica per il proprio business.
C'è una tecnologia ben precisa che andrebbe valutata meglio. La produzione combinata di calore ed energia (la cogenerazione) sta diventando un’attrattiva sempre maggiore per questa tipologia di aziende. La produzione di calore decentrato con impianti di cogenerazione ad alta efficienza offre grandi potenziali di risparmio energetico.
Questa tipologia di impianti non solo forniscono elettricità e calore altamente efficienti in modo ecologico, ma possono anche essere collegati alla rete di alimentazione generale, stabilizzando così l’intero sistema. Attraverso questa tecnologia, le fonti di energia primaria rinnovabile (gas naturale, biogas, idrogeno) possono essere convertiti in elettricità e calore, rendendo la cogenerazione il complemento ideale per garantire un approvvigionamento affidabile e sicuro.
L’importante è compiere questo primo passo che non coinvolgerà più soltanto i singoli ma l’intera comunità, tenendo a mente che a vincere sarà anche l’ambiente.