Oggi, 20 maggio, si celebra la Giornata mondiale delle api. Nel nostro Paese prevalgono le due sottospecie autoctone – la Ligustica e la Sicula – che la legge considera risorse di interesse pubblico, strategica per biodiversità e agricoltura.
La celebrazione, voluta direttamente dalle nazioni Unite, è l’occasione migliore per riflettere sulle potenzialità dell’apicoltura, da anni in crisi per il continuo ridursi delle produzioni di miele, ma sempre più essenziale per l’insostituibile funzione impollinatrice che le api sono chiamate a svolgere negli ambienti rurali, naturali e urbani. Il grande nemico delle api sono i neonicotinoidi ed il cambiamento climatico.
Gli apicoltori censiti in Italia sono circa 60.000, detengono un patrimonio di alveari in continua crescita che, nonostante le numerose avversità, nel 2019 ha raggiunto il 1.800.000, capaci di generare 2 miliardi di Euro di valore della produzione delle colture di interesse agro-alimentare e dei servizi eco-sistemici ed un controvalore complessivo di 15 miliardi nell’agricoltura nazionale.
La Giornata Mondiale delle Api deve dunque essere momento utile a far conoscere l’essenziale ruolo delle api nel preservare ecosistemi rurali ed urbani: anche lo spargimento di semi di fiori utili alla produzione di nettare e polline, fonti di sopravvivenza dell’ape, è un atto concreto e capace di salvare la sentinella dell’ambiente in cui viviamo.