In prossimità della "Giornata dell'acqua", una ricorrenza istituita nel 1992, se ne approfitta per ricordare che, anche in tempi di coronavirus, l’emergenza idrica non è certo scomparsa. “Più di 700 bambini sotto i cinque anni, secondo Unicef, muoiono ogni giorno a causa di diarrea legata a servizi idrici e igienico-sanitari inadeguati. Ben 160 milioni di minori vivono in zone ad alta o estrema siccità; circa 500 milioni in zone ad altissimo rischio di inondazioni”. Dall’altra, infauste previsioni arrivano dalla FAO: i Paesi dell’Africa Sub-Sahariana saranno le prime vittime dei cambiamenti climatici.
Africa a forte rischio, dunque. La pandemia Covid 19 rischia di estendersi e colpire duramente anche l’Africa, ed anche per questo dobbiamo occuparci di acqua: proprio dove i sistemi sanitari sono fragilissimi, dove i centri di rianimazione intensiva si contano sulle dita di una mano. L’acqua pulita è la chiave di tutto, non si può parlare di salute senza parlare di acqua.
I dati Amref. Secondo i dati che accompagnano una nota diffusa oggi da Amref, nell’Africa sub-sahariana solo il 24% della popolazione può accedere a servizi idrici sicuri, contro un tasso mondiale del 71%.
Medioriente in ginocchio. In Siria, a causa dell’escalation del conflitto, i bisogni umanitari legati all’acqua colpiscono 15,5 milioni di persone. Le infrastrutture idriche sono state distrutte; l’inflazione, oltre che i tassi di cambio, ha aumentato il prezzo dell’acqua a tal punto che, per ottenerla dalle autocisterne, alcune comunità spendono in media circa fino al 25% del reddito familiare.
Senza accesso all’acqua pulita e potabile, non c'è igiene. E laddove non c’è igiene, si registra inevitabilmente un tasso più elevato di malattie. Questa crisi sanitaria, connessa all’emergenza coronavirus, deve indurci a riflettere sulla circostanza che il bisogno di acqua sicura sia, oggi, più che mai essenziale per preservare la salute.
Per combattere contro l’accaparramento dell’acqua, che la rende indisponibile per più di un miliardo di persone Amref, in collaborazione con Water Grabbing Observatory, consegnerà le firme, raccolte attraverso una petizione, al Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu e al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Obiettivo: chiedere alle istituzioni che venga garantita in Africa, come in Italia, acqua sicura a tutti.
L'acqua è una risorsa salvavita e dovrebbe essere trattata come tale. L’Unicef ha stilato una sorta di road map:
- migliorare il modo in cui estraiamo, utilizziamo e gestiamo le risorse idriche per ridurre le emissioni di gas serra essenziale per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico;
- la transizione verso sistemi idrici ad energia solare;
- rafforzare la cooperazione transfrontaliera e tra le regioni per gestire le risorse idriche e affrontare gli impatti climatici che vanno oltre i confini nazionali. Ciò richiede un'azione coordinata da parte degli Stati colpiti.
- I servizi idrici e igienico-sanitari nelle città, nelle comunità, nelle scuole e nelle strutture sanitarie dovrebbero essere resilienti al clima per garantire l'accesso sostenibile all'acqua potabile per tutti i bambini nel tempo.
- tra tutti gli attori, i rischi climatici dovrebbero essere integrati in tutte le politiche e i servizi legati all'acqua e alle strutture igienico-sanitarie, e dovrebbero essere effettuati investimenti per raggiungere le popolazioni ad alto rischio.