L’Unione Coltivatori italiani sempre più presente nel cuore delle vicende legate al mondo dell’agricoltura. Il tavolo nazionale del caporalato, che su convocazione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, si riunirà il prossimo 20 febbraio, vedrà anche l’Uci tra i protagonisti diretti.
Il percorso è interministeriale e coinvolge tutte le forze sociali ed istituzionali del settore. Fanno parte dell’Assise anche il Ministro per le Politiche Agricole, Teresa Bellanova, il Ministro dell’Interno, Lamorgese, l’Inps, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Direzione generale per l’immigrazione e le Politiche di integrazione, rappresentanti dell’Osservatorio sulla Criminalità in agricoltura, le maggiori sigle sindacali dell’agricoltura italiana, enti del terzo settore.
L’obiettivo del tavolo è quello di elaborare il Piano Triennale (2020 – 2022) atto a sviluppare la strategia nazionale di contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L’Uci, organizzazione che nasce nel 1966 proprio sulla base delle istanze del mondo rurale, per portare giustizia sociale e valori inclusivi anche nel mondo del lavoro nelle campagne, porterà il proprio contributo in termini di idee; attualmente l’organizzazione guidata da Mario Serpillo è coinvolta in due progetti sul contrasto al fenomeno caporalato in qualità di partner agricolo, uno a livello nazionale ed un altro relativo alla sede Uci provinciale di Reggio Calabria.
Un’ulteriore conferma del cammino tracciato nelle relazione del presidente Serpillo, giusto una settimana fa; l’Uci è attiva a livello sindacale su tutto il territorio nazionale e mantiene gli impegni assunti.
“E’ un altro tassello della nostra visione del mondo agricolo, spiega Mario Serpillo, e bene si combina con la richiesta, presentata ieri alla Camera, di istituire un ministero per il Made in Italy. Crediamo che produzione, logistica e vendita siano anelli della stessa catena del valore e vogliamo renderli sostenibili a tutti i livelli. Da noi non c’è posto per il caporalato”, la conclusione del Presidente.