Questa mattina l’Uci, nella persona del suo vice presidente Francesco Leone, e l’associazione A.N.C.I.C.A. di Uci (Associazione Nazionale Coltivatori Italiani di Canapa), rappresentata dal suo Presidente Antonino Chiaramonte, hanno partecipato all’audizione informale, presso la XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei Deputati, per l’utilizzo agricolo dei prodotti derivati dalla canapa.
Il vice presidente Leone ha illustrato alcune essenziali questioni che condizionano pesantemente lo sviluppo economico della filiera, in una fase della vita del settore agricolo di gravi emergenze e di fragilità sui mercati nazionali e internazionali, sollecitando una concertazione interministeriale., (Mipaaf, Ministero degli Interni e Ministero della Salute) per chiudere l’annoso problema dell’incertezza di un quadro normativo di riferimento incompleto e di pregiudizio per lo sviluppo del settore.
A tal fine ha proposto la creazione di un polo sementiero e di ricerca, coinvolgendo le istituzioni della ricerca e dell’Università (l’Ense, il Crea, il Cnr) al fine di brevettare sementi autoctone, in linea con la legislazione e di proprietà del Polo Sementiero.
Ha sollecitato il superamento del valore del Thc, dallo 0,2%, portandolo almeno allo 0,3% in linea con quanto proposto dall’Associazione E.I.H.A. (associazione europea degli industriali della Canapa) con un provvedimento che porterebbe il Catalogo delle sementi autorizzate dalle attuali 64 varietà a oltre 300, liberando i produttori agricoli italiani dal condizionamento economico e varietale del mercato internazionale.
Per superare tutti questi ostacoli alla diffusione della canapa quale coltivazione alternativa e più remunerativa per gli agricoltori, ha proposto la creazione di un’entità di riferimento del settore, che abbia la funzione di concentrare la biomassa della canapa, di certificare la conformità alle norme, la qualità e la sicurezza del processo e del prodotto, agevolandone la commercializzazione con una piena tutela dei produttori agricoli, della salute pubblica e della sicurezza nel consumatore.
Antonino Chiaramonte, presidente di A.N.C.I.C.A.-UCI intervenendo a sua volta, ha ribadito che la filiera della canapa potrebbe ricoprire un ruolo di fondamentale importanza anche in termini di risanamento ambientale, e per raggiungere questi obiettivi ha bisogno di certezze normative, base necessaria per qualunque tentativo di sviluppo ribadendo che “in tal senso si auspica una rapida concertazione interministeriale che coinvolga i dicasteri della Salute, degli Interni e delle Politiche Agricole”, le sue parole.
Le proposte di A.N.I.C.A – UCI vanno in questa direzione; creare un polo sementiero e di ricerca, coinvolgendo le istituzioni della ricerca e dell’Università, consentirebbe di brevettare semenze autoctone e non per ultimo questo innalzamento del valore massimo del THC (tetraidrocannabinolo) ora consentito fino allo 0,3% (rispetto allo 0,2% attualmente in vigore) porterebbe l’ampliamento del “Catalogo delle Sementi Autorizzate” ad oltre 300 varietà con un potenziale economico dirompente rispetto alle restrizioni ora in essere.
Si è poi addentrato in una disamina tecnica, anche in risposta alle domande della commissione e dei parlamentari presenti completando in maniera esaustiva il quadro informativo sulla canapa e sui suoi impieghi.
Ha informato la Commissione ed i deputati presenti in audizione che i nostri partners tecnologici hanno provveduto al perfezionamento di macchine per la trasformazione della materia prima agricola e per il suo sfruttamento ottimale e completo in grado di esaurire il ciclo completo di lavorazione e trasformazione della pianta nei vari sottoprodotti.
Ha concluso il presidente A.N.C.I.C.A – UCI dr. Antonino Chiaramonte ricordando che il raccolto appena prodotto attende la giusta collocazione sul mercato, “auspicando che almeno per il prossimo anno il quadro normativo avrà dissipato ogni dubbio”.