Un quadro a tinte fosche quello operato dall’Autorità dell’energia e il gas nell'annuale monitoraggio "retail" relativo agli anni 2012-13. Nonostante la spinta alla liberalizzazione del mercato e alla concorrenza, le bollette continuano ad essere sempre più salate e, dato emblematico, i distacchi per morosità schizzano su di quasi il 10 per cento.
Di fatto, secondo i dati dell’Autorità, la concorrenza non ha portato vantaggi ai consumatori (principalmente famiglie e piccole e medie imprese), anzi ha contribuito ad alleggerire le loro tasche.
Del resto la paura di cambiare domina il mercato, forse a fronte del rischio di peggiorare o comunque di non migliorare la situazione. Insomma, prevale il vecchio proverbio che non è oro tutto ciò che luccica, comprese le offerte sbandierate in continuazione. Significativo il fatto che solo il 25 per cento dei clienti domestici ha scelto il passaggio al libero mercato nel settore elettrico e ancora meno, il 22 per cento, nel gas.
Tuttavia la spinta dall’alto è proprio verso il libero mercato, che povrebbe avvenire già a partire da giugno per il gas e dodici mesi dopo per l'elettricità. "Nell'ambito di tale processo – si legge in una nota dell’Autorità – è fondamentale evitare che l'accelerazione della transizione al mercato libero sia caratterizzata da massicci trasferimenti di ricchezza dai clienti finali ai venditori del mercato libero". Ciò potrebbe accadere "qualora la rimozione dei sistemi di tutela avvenisse in modo repentino, consentendo ai venditori esistenti di innalzare i prezzi senza che i clienti finali possano reagire tempestivamente, sia per l'elevata concentrazione dell'offerta, sia per la mancanza di consapevolezza circa i benefici di prezzo ottenibili attraverso il cambio di venditore".
Insomma, non si prevede alcunché di buono dietro l’angolo per il consumatore italiano, sempre più spremuto dalle bollette.
Il primo operatore elettrico (Enel) detiene il 50 per cento dei volumi serviti nel "libero" e i primi tre operatori (Enel, Edison ed Eni) oltre il 70 per cento.
Nel settore del gas, prevalgono gli operatori su base regionali, controllati dai Comuni. Nel 2012-2013, soltanto quattro venditori hanno quote di mercato di mercato significative in più di cinque regioni e di questi soltanto due sono presenti in più di quindici regioni.