Solo 8 anni fa (il 16 novembre 2010) l’UNESCO riconosceva la Dieta Mediterranea quale “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”. Noi la adottiamo da molto più tempo e oggi è uno dei modelli alimentari più sostenibili, in grado di aiutare la nostra salute oltre a quella dell’ambiente. Un vero e proprio “elisir di lunga vita”, come conferma uno studio internazionale secondo il quale può incidere in maniera determinante anche sulla longevità, con un impatto che può essere paragonabile a quello che si osserva tra fumatori e non fumatori. Un’alta aderenza a questa dieta, rispetto a chi adotta altri modelli alimentari, può tradursi in circa 4,5 anni di aspettativa di vita in più, oltre a vantare un moderato impatto ambientale.
Un binomio, quello tra salute e sostenibilità, che può sintetizzarsi nella Doppia Piramide Alimentare Ambientale, ideata dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN). Un modello grafico che, alla classica piramide alimentare si affianca una nuova piramide (capovolta) “ambientale” nella quale gli alimenti vengono classificati in base alla loro impronta ecologica, ossia l’impatto che la loro produzione può avere sull’ambiente. La Doppia Piramide sarà uno dei temi di cui si parlerà al 9° Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione, che si terrà a Milano il 27 e 28 novembre al Pirelli HangarBicocca.
“Oggi sappiamo che le scelte alimentari e il modo in cui produciamo il cibo impattano sull’ambiente molto più del riscaldamento e della produzione industriale. Da qui al 2030, secondo l’agenda ONU, ci restano solo 12 anni per cambiare il modo in cui viviamo, centrando i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) che sono stati fissati dalle Nazioni Unite. Tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare molto per contribuire, scegliendo di adottare delle diete sostenibili, che facciano bene alla nostra salute e a quella del Pianeta. La Dieta Mediterranea è un chiaro esempio di come questi due fattori possano coesistere appieno. Di questo e di come il cibo abbia un ruolo centrale nelle nostre vite parleremo al prossimo Forum Internazionale della Fondazione Barilla che torna a Milano, dopo le tappe di Bruxelles e New York che abbiamo organizzato quest’anno”, spiega Gabriele Riccardi, membro dell’Advisory Board fella Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition e Professore di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università di Napoli “Federico II”.
Eppure, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi dove è nata la Dieta Mediterranea, stiamo oggi assistendo a un pericoloso allontanamento da questo modello alimentare. Un distacco che ha contribuito a far registrare in Italia il 36,8% di bambini e adolescenti tra 5 e 19 anni sovrappeso. Dato che tra gli adulti sale a oltre il 58% del totale[2]. Sovrappeso e obesità, così come scelte alimentari sbagliate, contribuiscono al proliferare di alcune malattie (su tutte diabete, alcune forme di tumore, problematiche cardiovascolari) che mettono a rischio la qualità della nostra vita fino a portare a mortalità precoce. I dati anticipano alcune delle evidenze della terza edizione del Food Sustainability Index (che verrà presentato al Forum di BCFN a Milano). L’Italia sta però provando ad arginare questa “transizione nutrizionale”, mettendo in campo azioni concrete nelle mense scolastiche, puntando a fare attenzione alle porzioni, alla qualità delle materie prime utilizzate e a seguire gli standard nutrizionali per i pasti serviti. Un protocollo d’intesa tra BCFN e MIUR ha portato al progetto “Noi, il cibo e il Pianeta” (info su www.noiiciboilpianeta.it), rivolto a tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado, che prevede molteplici strumenti per educare i ragazzi alla cittadinanza globale e all’innovazione e mettere in evidenza l’importanza degli SDGs.