Arrivano le prime indiscrezioni sulla prossima riforma Pac, per il periodo 2020 – 2026. E non sono indiscrezioni qualunque, ma dichiarazioni di Paolo De Castro, vice presidente della Commissione agricoltura a Bruxelles e parlamentare di lungo corso. La politica agricola comune nel suo assetto attuale «la prorogheremo almeno fino al 2023».
Lo ha detto ieri, parlando alla conferenza stampa sui dati del mercato delle macchine agricole a Bruxelles. Ed ha aggiunto che «il commissario Hogan ci ha detto che presenterà le sue ipotesi di lavoro in giugno, ma l'Europarlamento ha le idee chiare, non sarà possibile alcun accordo su una riforma compiuta in questa legislatura».
Quali i motivi di questo comportamento che non ha precedenti? Innanzitutto la Brexit, operativa dal marzo 2019; finché tale processo non sarà compiuto non sarà immediato individuare gli assi prioritari né l’adeguata copertura finanziaria né tantomeno la ripartizione degli oneri. E sempre nel 2019, si parla di maggio o giugno, sono previste le elezioni per l’europarlamento. I deputati, dunque, lasceranno l’onere della riforma ai loro futuri colleghi. E tra insediamento, composizione delle commissioni e tempi per trovare un accordo generale, la data del 2023 non appare né lontana né irrealistica.